In Emilia-Romagna, dove nell’ ultimo fine settimana sono avvenuti diversi tragici incidenti, tra il 1980 e il 2000 sono decedute sulle strade 17.730 persone.
Lo riferisce una ricerca che e’ stata diffusa dal Centro studi dell’ Unioncamere regionale e che rileva come, in questi venti anni, l’ effetto e’ paragonabile all’ estizione delle intere popolazioni di un paio di cittadine come Anzola dell’ Emilia e Malalbergo.
Gli incidenti stradali sono stati 417.233, i feriti 567.137.


Nel solo 2000 i morti sulle strade sono stati 777 (812 nel 1999). Nell’ ultimo ventennio l’anno più nero e’ stato il 1980 con 962 vittime. Il meno cruento il 1996 con 735.
Per valutare la pericolosita’ delle strade – osserva il Centro studi – gli incidenti andrebbero rapportati all’ intensita’ del traffico, rappresentata dal numero di chilometri percorsi da ogni veicolo. Una statistica di questo genere e’ impossibile da ricavare, fatta eccezione per le autostrade a pagamento, nelle quali è possibile registrare il chilometraggio.
Per avere una idea di massima non resta che confrontare i sinistri con la popolazione oppure con i veicoli circolanti, tenendo in debito conto che in una provincia gli incidenti possono essere causati anche da non residenti. Dal confronto tra i morti e i veicoli circolanti emerge che nel 2000 la più elevata percentuale, pari a 48,17 morti ogni 100.000 veicoli, e’ appartenuta alla provincia di Rovigo, seguita da Vercelli con 42,16, Ravenna con 36,83 e Ferrara con 36,83. Le province più tranquille sono risultate Napoli (4,08), Trapani (5,22) e Agrigento (5,86). Tra le regioni e’ in testa l’ Emilia-Romagna con una percentuale di 24,80 morti ogni centomila veicoli, davanti a Umbria (23,48) e Veneto (21,87). Valutando la situazione sotto l’aspetto dei numeri assoluti e’ la provincia di Milano a guidare la classifica con 296 morti, seguita da Roma con 224, Torino con 214 e Brescia con 169. La prima provincia dell’ Emilia-Romagna e’ Bologna con 137, seguita da Modena con 117, Ravenna con 105, Reggio Emilia con 101, Ferrara con 86, Parma con 67, Rimini con 60, Forlì-Cesena con 53 e infine Piacenza con 51.
A livello nazionale, in Italia tra il 1980 e il 2000 hanno perso la vita per incidenti stradali 146.615 persone, di cui oltre 90.000 erano conducenti. I morti sono risultati in grande maggioranza uomini: 113.185 rispetto a 33.430 donne. In ventuno anni e’ come se fosse scomparsa scomparsa l’ intera citta’ di Reggio Emilia. Gli incidenti stradali sono ammontati a 3.633.614
e oltre ai quasi 147.000 morti hanno causato più di 5 milioni di feriti. La dinamica dei sinistri vede al primo posto lo scontro frontale-laterale, seguito dal tamponamento, dall’ investimento di pedoni e dalla fuoriuscita per sbandamento. Rispetto al solo 2000, i mesi in cui ci sono stati piu’ morti sulle strade sono stati quelli piu’ caldi: giugno, luglio e agosto. Il mese piu’ tranquillo’ settembre. I giorni piu’ pericolosi sono stati ancora il sabato e la domenica. L’ora piu’ pericolosa la diciottesima. Si muore di piu’ nelle strade urbane, nelle carreggiate a doppio senso, quando c’ e’ sereno, nei rettilinei e in strade pavimentate con fondo stradale asciutto. L’ impressione e’ che le condizioni favorevoli di guida inducano ad una guida piu’ rilassata, meno concentrata e quindi piu’ vulnerabile.