Nel 2000, la campagna gratuita di
prevenzione dei tumori femminili promossa dall’ assessorato alla
Sanità della Regione Emilia-Romagna ha permesso l’
individuazione di 1.475 neoplasie all’ utero che sarebbero
potute degenerare e 650 diagnosi precoci di cancro alla
mammella. In tutto 2.125 vite ”salvate” o comunque, nei casi
in cui i tumori non avrebbero portato necessariamente alla
morte, proseguite con un accettabile livello di qualità.


E’ uno dei risultati più importanti del primo ‘round’ del
programma regionale di screening dei tumori femminili, a
supporto del quale parte in questi giorni una campagna
informativa che, per la seconda volta consecutiva, ha come
testimonial Catherine Spaak, risultata particolamente gradita
alle donne emiliano-romagnole.
Nel 2000 -ha spiegato la responsabile del programma
regionale di screening, Alba Finarelli -hanno aderito all’
invito a sottoporsi agli esami circa 1 milione e 500.000 donne.
A 7.700 di queste sono stati diagnosticati stati pretumorali
(con successivo e tempestivo inizio del percorso di cura) e
tumorali (i 2.125 gia’ citati). Secondo i dati al giugno 2001,
il 62,1% delle donne residenti in Emilia-Romagna (ma ci sono
iniziative anche per le immigrate) dai 25 ai 64 anni ha eseguito
il pap test e il 61,9% dai 50 ai 69 anni, si è sottoposta alla
mammografia. Per i controlli all’ utero in particolare la
copertura totale della popolazione femminile è dell’ 80% circa
(un 20% provvede al di fuori del programma pubblico). In
generale comunque, rispetto agli standard europei sui controlli,
l’ Emilia-Romagna si trova in buona posizione.