Secondo le stime del rapporto di
Unioncamere, il pil è cresciuto del 2% contro il 3,2 del 2000 e
per questa contrazione, avvenuta nella seconda metà dell’ anno,
determinanti sono stati i fatti dell’ 11 settembre e la crisi
internazionale che ne è seguita. ”Il 2001 è stato comunque un
anno positivo, in cui l’ economia regionale ha tenuto in un
periodo difficile”, ha rilevato il presidente di Unioncamere
Pietro Baccarini.


Infatti i risultati dei vari comparti produttivi, industria
in particolare, sono positivi, con l’ eccezione dell’
agricoltura che ha subito l’ effetto Bse. In particolare c’è
stata una crescita del numero delle aziende: +4.342, dell’
occupazione: +19.000 unità, con un tasso di disoccupazione
passato dal 4,2 al 4%, dell’ export: +7,7% nel primo semestre e
+4,7% da gennaio a novembre. Nei primi sei mesi del 2002 il
tasso di crescita previsto è negativo, con una ripresa nel
secondo semestre sostenuta da un aumento della domanda, mentre ci si aspetta una
crescita ”vigorosa” per il 2003.
Vera emergenza è la carenza di manodopera, legata alla
necessità di impiegare un numero maggiore di immigrati.
Quanto ai singoli comparti analizzati per i primi nove mesi
dell’ anno, l’ agricoltura ha continuato a registrare un calo di
imprese: -1.544 e di occupati: -11,1%. L’ industria ha segnato
invece aumenti di produzione: +2,8% contro il 6,2 del
corrispondente periodo del 2000, fatturato: +5,4% contro il
9,3, domanda: +2,5% contro il 7,1. Le ore di cassa
integrazione sono diminuite del 13% e l’ occupazione è
cresciuta dell’1,1%, in particolare per le donne. Per il 2002 si prevede un tasso di crescita
industriale nullo, mentre nel secondo trimestre 2003 è previsto
un aumento superiore alla media decennale. Nel commercio c’è
stato un aumento delle vendite dell’ 1%, contro il +0,8
nazionale, concentrato però nella grande distribuzione; nel
trimestre estivo +9,5 a fronte di un calo dello 0,9% della
piccola distribuzione.