“Bisogna colpire il racket della prostituzione, non pensare di creare un mercato legale per distruggere quello clandestino. Gli eros center di Bossi sono semplicemente una sciocchezza”.

Lo afferma l’assessore ai Servizi sociali del Comune di Modena Alberto Caldana, che sulla base dei dati forniti dalla Regione sull’attività delle unità di strada, ricorda che a Modena nel 2001 sono state 112 le donne che hanno abbandonato la prostituzione, 47 sono già inserite nel mondo del lavoro e 89 stanno ultimando il percorso di accoglienza, che dura da uno a due anni, oppure frequentano corsi di formazione per cercare nuovi impieghi. Gli enti coinvolti nell’iniziativa “Oltre la strada” sono l’associazione Marta e Maria, l’associazione gruppo contro la violenza alle donne e la cooperativa Uscita di sicurezza, che si avvalgono di una rete di sostegno composta dai servizi del Comune, da Prefettura, Provincia, Azienda Usl, Caritas, Ceis, Associazione comunità nigeriana, sindacati, Centro di formazione professionale “Modena formazione”, cooperativa sociale Solidarietà e Comitato per i diritti civili delle prostitute. In particolare, le unità di strada prendono contatti con le donne che si prostituiscono, le accompagnano ai servizi sanitari, definiscono programmi di protezione sociale, collaborano con le forze dell’ordine e offrono aiuto alle donne che denunciano i loro sfruttatori. “Se si guardano dati ancora più recenti, cioè quelli del periodo compreso tra il primo giugno del 2001 e il 31 maggio di quest’anno – continua Caldana – a Modena sono stati attivati 109 programmi di protezione: 92 per donne adulte, 10 per donne con minori e 7 per minorenni. E mentre tre anni fa si prostituivano sulla strada numerose ragazze che non avevano ancora compiuto la maggiore età, oggi la prostituzione minorile è notevolmente in calo, grazie anche agli interventi della Polizia municipale, che accompagna le giovani in centri di pronta accoglienza”.