L’odore dei propri familiari si riconosce ma non piace: è questo il succo di uno studio
pubblicato sul ‘New Scientist’, secondo il quale tale avversione potrebbe contribuire a prevenire l’incesto.


Una ‘equipe’ di ricercatori guidati da Tiffany Czilli di
Detroit (Wayne State University) ha fatto un esperimento insolito usando come campione 25 famiglie, ciascuna con almeno due figli di età compresa tra 6 e 15 anni. I volontari hanno
dormito per tre notti consecutive con indosso la stessa maglietta, per impregnarla dell’odore del corpo. Durante lo stesso periodo si sono lavati solo con sapone neutro. Poi, a ciascuno sono state fatte annusare due ‘T-Shirt’, una indossata da un membro della loro famiglia, una da un estraneo.
Padri e madri sono riusciti a individuare le magliette indossate dai loro figli preadolescenti, senza distinguere peraltro di quale si trattasse.
Tutti i figli hanno riconosciuto l’odore del padre, ma solo quelli allattati al seno e più grandi, tra 9 e 15 anni, hanno individuato la maglietta indossata dalla madre. Interrogati sul ‘gradimento’ degli odori, i partecipanti allo studio hanno risposto che preferivano di gran lunga quelli degli estranei alla loro famiglia. Le madri, in particolare, non gradivano l’odore dei figli, e i figli detestavano quello paterno. I ricercatori hanno concluso che quest’avversione per l’ odore dei familiari stretti ”potrebbe essere un meccanismo di
prevenzione dell’incesto”. Fratelli e sorelle, inoltre, non amano il loro odore reciproco, mentre l’avversione è minore per fratelli dello stesso sesso. Ma, nello stesso numero di ‘New Scientist’, Dutin Penn, ricercatore dell’Università dello Utah, frena: ”Apprezzare l’ odore di qualcuno non significa necessariamente che si desideri andare a letto con lui”, dice, aggiungendo che, a suo avviso,
limitarsi a interrogare la gente sulle sue preferenze può condurre a risultati non incontrovertibili.
Lo studio guidato dalla dottoressa Czilli, per di più,
contrasta alquanto con una ricerca dell’università di Chicago, pubblicata nel febbraio scorso su ‘Nature Genetics’, secondo la quale le donne sarebbero attratte dall’odore di uomini geneticamente vicini ai loro padri.