L’Istat ha rivisto al rialzo il dato preliminare dell’inflazione di agosto: con un aumento mensile
dei prezzi dello 0,2% il carovita del mese scorso è salito al 2,4% contro il 2,3% precedentemente stimato.

I tecnici dell’Istat spiegano che la leggera rettifica sul dato provvisorio, evento piuttosto inusuale, dipende sostanzialmente da un gioco di arrotondamenti sui decimali calcolati nell’indice. Tra i diversi capitoli di spesa, aggiungono, l’unico per il quale in realtà la variazione dei prezzi mensile è stata rivista al rialzo è quella della ricreazione, spettacolo e cultura, il cui incremento ad agosto
è stato del 2,4% invece del preliminare +0,1%.
L’inflazione di agosto che si raffronta al 2,2% di giugno e luglio è tornata quindi al livello più elevato dal marzo scorso (2,5%). Sempre il mese scorso sia l’indice dei prezzi al consumo per l’intera comunità sia quelli per gli operai e impiegati, hanno
registrato una variazione dello 0,2%; nel confronto con il corrispondente mese dell’anno precedente, invece gli i indici dei prezzi al consumo comprensivi dei tabacchi +2,4% mentre quelli senza tabacchi è del 2,5%. Per quanto riguarda invece l’indice armonizzato dei prezzi per i Paesi Ue (che tiene conto anche dei saldi stagionali) ha segnato un -0,2% e un +2,6% su base annua. Agosto, sottolineano ancora all’Istat, gli aumenti più
consistenti dei prezzi si sono avuti per il capitolo bevande alcoliche e tabacchi (+0,7% su luglio), a causa dell’aumento dei tabacchi e nei trasporti (+0,6%) per gli aumenti stagionali nei servizi dei trasporti aerei e marittimi. L’unica variazione
negativa si è registrata per i prodotti alimentari e bevande analcoliche (-0.2%). Su base annua, invece, gli incrementi più consistenti sono stati quelli di alberghi, ristoranti e pubblici esercizi (+4,2%), ricreazione, spettacoli e cultura (3,3%) e
altri beni di servizi (+3,2%). Tra le diverse città, infine, quella dove il caro vita ha segnato il livello maggiore è stata Cagliari con un’inflazione
al 3,3%, seguita da Venezia (3,2%) e Trieste e Trento (3,1%). La più ‘virtuosa’ è stata invece Campobasso con un’inflazione di appena l’1,6%.