Ammonta a 129 milioni di euro la cifra sborsata di tasca propria dai cittadini italiani nei primi sette mesi di quest’anno in ticket e altre forme di partecipazione alla spesa, come i farmaci in fascia B.


Per soli ticket sono stati i liguri a pagare la cifra più alta: 10,45 euro procapite. Seguono i piemontesi con 6,38 euro e gli
abitanti del Lazio con 4,38 euro. L’analisi arriva da uno studio del Censis presentato nell’ambito del Forum sulla ricerca biomedica su regione e spesa farmaceutica. Lo studio traccia, regione per regione, la mappa degli interventi introdotti in virtù della devolution e conferma come il ticket ottiene l’effetto di freno sulla spesa in farmaci la cui crescita aveva fatto scattare un allarme generale nelle contabilità nazionali e regionali.
Le regioni dove si paga: Fino al luglio 2002 hanno introdotto forme di ticket o copayment il Piemonte, la Liguria, il Veneto, l’Abruzzo, il Lazio, la Calabria, la Sardegna, la Sicilia, e la provincia di Trento e di Bolzano. L’analisi conferma il legame tra l’introduzione di misure di
compartecipazione finanziaria dei cittadini ed il brusco rallentamento della quota pubblica di spesa.
Delisting:
La misura di uscita dei farmaci dalla fascia della gratuità a quelle a pagamento è stata introdotta in quattro Regioni (Emilia Romagna, Lombardia, Valle d’Aosta, Puglia.) In Emilia Romagna e Lombardia nel secondo mese dopo il provvedimento introduttivo si è registrata una riduzione della spesa; in Puglia la contrazione si è avuta nel terzo mese successivo al provvedimento, mentre in Valle d’Aosta dove la spesa era in calo, nel mese dell’introduzione del delisting si è registrato un aumento della spesa pubblica per farmaci.