L’Intersindacale Medica, sigla che riunisce l’Anaao-Assomed, Fesmed, Umsped, Cgil-Medici, Civemp e Snabi Sds -in tutto circa il 60-65% dei medici pubblici- è pronta a scendere in sciopero contro la riforma del lavoro medico, introdotta con un emendamento alla Finanziaria, bocciato alla Camera ma che sarà presto ripresentato dal governo al Senato.

I sindacato riuniti a Roma, dopo aver registrato con soddisfazione la decisione della Camera di respingere l’emendamento alla Finanziaria proprio sul rapporto di lavoro della dirigenza sanitaria, ha infatti preso atto, ”con preoccupazione”, delle dichiarazioni del Ministro della salute che ha affermato di voler riproporre il testo al Senato. ”Poichè tale emendamento rischia di danneggiare gravemente l’organizzazione delle strutture e l’erogazione dei servizi, mettendo, inoltre, a grave rischio l’esistenza dei diritti acquisiti e tra questi, anzitutto, l’indennità di esclusività di rapporto, l’Intersindacale Medica ha deciso all’unanimità di opporsi a tale ipotesi con tutte le azioni sindacali fino allo sciopero nazionale”. La norma fermata alla Camera prevedeva una tassa di 5000 euro annui per i medici che decidevano di lavorare in extramoenia (cioè libera professione fuori dall’aziende nella quale operano) e la possibilità di reversibilità della scelta fra intramoenia e extramoenia che per ora è una scelta definitiva.