E’ trascorso un anno da quando nel reparto di Ostetricia e Ginecologia del Policlinico di Modena si verificò un potenziale contagio da TBC: una puerpera si scoprì, infatti, essere affetta da tubercolosi polmonare multiresistente. Domani, sabato 16 novembre, presso l’Aula “B. Ramazzini” del Policlinico, si tiene un importante congresso che esaminerà i risultati emersi da una indagine epidemiologica eseguita su 40 neonati, 42 mamme e una quarantina di operatori.


Il protocollo sperimentale di profilassi utilizzato al Policlinico in collaborazione con i docenti dell’università britannica di Oxford e con gli scienziati del Center for Disease Control di Atlanta, negli Stati Uniti, è stato il primo esempio mondiale di applicazione di una nuova generazione di test che hanno dimostrato la loro efficacia, permettendo di seguire con attenzione tutti coloro che vennero esposti a un possibile contagio, e di escludere il verificarsi della malattia. Un simile risultato è stato possibile solo grazie a un lavoro multidisciplinare che ha coinvolto diverse figure professionali di Policlinico e Università, coordinate dalla direzione sanitaria. La crescente immigrazione dai paesi in via di sviluppo, con cui l’Italia sta facendo i conti in questi ultimi anni, ha aumentato i rischi di contagio di una malattia che colpisce un terzo della popolazione mondiale. Per questo è necessario un monitoraggio continuo della malattia ed è, dunque, fondamentale l’utilizzo di protocolli come quello sperimentato al Policlinico dove, tra l’altro sta per essere attivato un centro di riferimento multidisciplinare per la diagnosi e la prevenzione della tubercolosi.
Il convegno, al quale parteciperanno, per il Policlinico, la dottoressa Patrizia Marchegiano, della direzione sanitaria, il professor Roberto Esposito, direttore delle Malattie Infettive, il dottor Fabio Rumpianesi, direttore della Microbiologia e il dottor Luca Richeldi, delle Malattie dell’Apparato Respiratorio, è per certi versi una vera riunione tecnica tra i soggetti che hanno partecipato a questa sperimentazione. Saranno presenti, infatti, anche il dottor Michael Iademarco, del Center for Disease Control di Atlanta (USA), il dottor Ajit Lalvani dell’Università di Oxford (UK) e il dottor Mario Raviglione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.