Ripresa in vista per l’economia italiana dai primi mesi del 2003. La previsione è dell’Ocse nell’Outlook diffuso oggi. Secondo gli economisti dell’Organizzazione, le spese per i macchinari dovrebbero tornare a crescere, la bilancia dei pagamenti con l’estero dovrebbe tornare in attivo nel primo semestre 2003 in virtù della crescita del volume di scambi mondiali. Inoltre gli investimenti beneficeranno dei bassi tasssi di interesse e, nel 2004, dell’alleggerimento del carico fiscale sulle imprese.

L’Ocse stima un aumento della produzione dell’1,5% nel 2003 e del 2,5 nel 2004. Il tasso di disoccupazione dovrebbe stabilizzarsi intorno al 9% e l’inflazione dopo essersi attestata al 2,3% nel 2003 scendera’ all’1,9% nel 2004.
Secondo l’outlook nel 2002 il Pil dell’Italia dovrebbe crescere dello 0,3%, per il 2003 dell’1,5% e per il 2004 del 2,5%. Nel precedente rapporto, l’Ocse aveva previsto per l’Italia un tasso di crescita dell’1,5% quest’anno e del 2,8% per il 2003.
Continua il trend positivo per l’occupazione in Italia. Nel 2002 il tasso di occupazione si attesterà al 9,2% rispetto al 9,6% registrato nel 2001. Il trend dovrebbe continuare anche il prossimo anno con un tasso del 9,2% e del 9,1% nel 2004. L’organizzazione di Parigi sottolinea che il buon andamento dell’occupazione (+2,5% nel primo semestre dell’anno) e’ da legare con le ”misure strutturali varate negli anni precedenti, alla prolungata moderazione salariale e agli incentivi fiscali all’occupazione”. Il principale rischio delle previsioni economiche per i prossimi anni, invece, risiede per l’Italia sul ”versante del bilancio”. In questo senso l’Ocse invita il paese a ”rendere nuovamente piu’ severe le politiche di bilancio”. ”Un rilassamento degli impegni presi nel quadro del Patto di Stabilita’ -fa presente – al di là della flessibilita’ prevista delle politiche di bilancio, tanto in Italia che negli altri Paesi dell’Unione Europea, potrebbe condurre ad un incremento dei tassi d’interessi reali, in particolare in Italia a causa dell’elevato debito pubblico, il che dovrebbe rallentare la ripresa sperata”. Un altro rischio, sottolinea l’Ocse, sono le tensioni del mercato di lavoro che ”impediscono una soddisfacente politica dei redditi e delle riforme strutturali. Questi rischi -prosegue l’outlook- potrebbero essere aggravati se il contesto esterno si deteriorasse”. Al contrario, ”se le incertezze mondiali si risolveranno rapidamente, l’accelerazione piu’ forte degli scambi internazionali e una riduzione del prezzo del petrolio condurrano ad una crescita piu’ forte e ad un’inflazione meno elevata”.