Per quasi il 60% dei ragazzi italiani tra gli 11 e i 14 anni fare a botte per regolare i conti in sospeso con amici o compagni è ”una cosa ammissibile”. E se il 45,5% ritiene che si debbe ricorrere alle mani ”solo in casi gravi”, l’8,5% afferma che ”spesso e’ necessario farlo”.

Ma la percentuale dei piu’ inclini alla violenza sale al 14,3% tra chi guarda tanta Tv e arriva addirittura al 28,3% tra chi confessa di non leggere mai. Lo rivela un’indagine presentata oggi a Milano, condotta dalla Societa’ italiana di pediatria su 1.200
studenti di scuola medie inferiori di Basilicata, Campania, Emilia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Toscana e Trentino. La ricerca sara’ discussa nel dettaglio al convegno ”Bambini e adolescenti: i modi della comunicazione”, in programma domani e mercoledi’ presso il Dipartimento di pediatria dell’universita’ di Pavia.

I piu’ ‘bulli’ sono i maschi, che nel 12% dei casi giudicano la violenza ”spesso necessaria” e nel 14,2% (contro l’8,6% delle coetanee) sono pronti a inserirsi nella zuffa se vedono due compagni picchiarsi. Piu’ diplomatiche le femmine, che nel 52,6% dei casi (contro il 49% dei maschi) davanti a una rissa intervengono per dividere i contendenti, nel 25,3% (contro il 18%) tentano di fare da paciere e solo nel 13,2% (contro il 17% dei maschi) se ne lavano le mani. Il maggior numero di non violenti e’ al Nord (assolutamente ”mai botte” per un intervistato du 2), mentre i ‘pacifisti’ diminuiscono al Centro (43,7%) e ancora di piu’ al Sud (36,2%).