L’Arcidiocesi di Modena ha espresso, con un comunicato, soddisfazione per la recente sentenza della Cassazione che, ribadendo l’inattendibilità dei racconti di riti satanici, ha di fatto confermato l’innocenza di don Giorgio Govoni, morto d’infarto nel 2000.

Il Vescovo, monsignor Benito Cocchi, e i sacerdoti della Diocesi di Modena-Nonantola riuniti in ritiro spirituale hanno espresso anche ”perplessita’ e amarezza per una procedura che, con la sottrazione dei bambini ed il loro allontanamento definitivo dai genitori e dalla famiglia, prima ancora di una sentenza, ha certamente provocato un trauma grave e forse incancellabile nella vita dei ragazzi”. Mercoledi’ scorso, dopo la sentenza della Suprema Corte, si erano aperte le porte del carcere per sei delle sette persone coinvolte nella seconda inchiesta per pedofilia nella Bassa modenese. Si e’ trattato in sostanza di due interi nuclei familiari, finiti dietro le sbarre del carcere di Sant’Anna.
Il clero modenese ribadisce, nella nota, ”il diritto di tutti di conoscere una valutazione dei metodi utilizzati negli interrogatori dei ragazzi, dai quali e’ emerso un racconto che la Corte d’Appello ha definito non attendibile per ‘l’ineludibile inverosimiglianza delle modalita’ raccontate con riferimento ai rituali’, e conferma la solidarieta’ ai condannati: ”tutti coloro che li conoscono bene, fermo restando il rispetto che si deve ad una sentenza, con intima convinzione li ritengono innocenti”.

La nota dell’Arcidiocesi si conclude con l’auspicio ”che la dolorosa vicenda, che ha profondamente ferito la nostra gente, sia occasione per cui possa radicarsi in tutti un sempre maggiore senso di responsabilita”’.