Doveva esplodere nella notte ma qualcosa non ha funzionato. E’ questa la prima ipotesi avanzata dagli inquirenti che indagano sull’ ordigno disinnescato stamani in via King a Bologna davanti alla sede dell’Ibm.


Una tesi avvalorata da un particolare: il timer dell’ordigno era artigianale, un segnatempo con un tipo di meccanismo dotato solo del conto dei minuti. Il timer, una volta impostato, lascia
solo un’ora di tempo per allontanarsi. Invece l’ordigno,scoperto poco dopo le 7, è stato disinnescato attorno alle 8.30. Evidentemente il congegno si doveva già essere inceppato.

Anche se gli inquirenti non escludono che il meccanismo, con modifiche complesse, avrebbe potuto essere impostato oltre il tempo massimo consentito. Comunque, dato che nelle procedure di
disinnesco è stato manomesso, per le conferme bisognerà aspettare che vengano effettuate le perizie.

Gli inquirenti sono anche convinti che il borsone nero contenente la pentola esplosiva sia stato abbandonato nella
notte perchè il punto in cui è stato trovato, in un’area dove ci sono prevalentemente uffici e negozi, è più ‘sicura’ di notte ed è troppo esposta nelle prime ore della giornata.

L’ordigno ha molte similitudini con quello del 18 luglio 2001 in via dei Terribilia: una pentola, polvere nera come innesco, diserbante come parte esplodente. Con due differenze sostanziali, sottolineano gli inquirenti: innanzitutto il timer,
che non era presente nella pentola trovata davanti alla Questura.

E il fatto che, se la bomba di questa mattina era stata progettata per esplodere di notte, chi l’ha posizionata non mirava a fare vittime ma solo danni strutturali, mentre in
via dei Terribilia i poliziotti vennero attirati sul posto da una lettera che segnalava droga all’interno del bauletto di una bicicletta.

Quello di oggi sarebbe dunque un atto dimostrativo più vicino, invece, all’ esplosione il 7 gennaio 2002 di una borraccia metallica davanti alla Banca Agricola Mantovana di via Mascarella. Anche in quella occasione l’ordigno conteneva diserbante.