Sode per la colazione, dipinte a mano per abbellire le case e le tavole apparecchiate o consumate in ricette tradizionali, le uova sono le vere protagoniste alimentari della settimana santa, tanto che saranno ben 300 milioni quelle destinate ad impieghi industriali, artigianali e ai consumi familiari degli italiani.

E’ quanto stima la Coldiretti sottolinendo che, se negli ultimi 30 anni sono aumentati i consumi nazionali di uova che hanno raggiunto i 13 miliardi di pezzi all’anno, anche il peso medio delle uova italiane è cresciuto del 12,5% raggiungendo i 63 grammi rispetto ai 56 grammi del 1968.

Soprattutto le giovani generazioni preferiscono le uova di cioccolata: secondo recenti stime se ne consumeranno durante il periodo pasquale ben 24 milioni di pezzi dal peso equivalente di 250 grammi.
Cambiano quindi consumi e dimensioni ma non il rispetto della tradizione che fa risalire al 1176 l’usanza di considerare l’uovo come simbolo di rinascita e buon augurio in Occidente.

Quando re Luigi VII rientrò a Parigi dopo la II crociata, per festeggiarlo -ricorda la Coldiretti- il capo dell’Abbazia di St. Germain des Pres gli donò metà dei prodotti delle sue terre, incluse un gran numero di uova che furono poi dipinte e distribuite al popolo. Un’usanza tramandata dai persiani che, gia’ cinquemila anni fa, festeggiavano l’arrivo della primavera con lo scambio delle uova ‘portabene’ contro pestilenze e carestie secondo un rito che resiste ancora ai giorni nostri.