Con la fine delle ferie e la progressiva riapertura delle fabbriche tornano a riaffacciarsi i rischi di black out programmati per il sistema elettrico italiano.

Domani sarà una mattinata tranquilla con gran parte degli italiani ancora sulla strada del ritorno, ma per martedì tutti i sensori del gestore della rete elettrica sono attivati e i timori potrebbe acquistare consistenza.

Così, in vista della perdita di efficacia del decreto che consente di alzare la temperatura di raffreddamento delle centrali, si lavora anche alla messa a punto di un nuovo decreto che consenta interventi più mirati per fronteggiare anche eventuali rischi durante il periodo invernale. Prevederebbe mini-deroghe non solo per la temperatura dell’ acqua scaricata nei fiumi ma anche per il superamento, per periodi estremamente limitati, dei limiti per le emissioni atmosferiche delle centrali elettriche.

Nella plancia di comando del Grtn, il gestore della rete di trasporto nazionale dell’energia elettrica, la produzione e il consumo di elettricità sono oggi ampiamente entro i limiti, a livelli estivi. E così dovrebbero rimanere anche per la mattinata di domani e solo nel pomeriggio si inizieranno a fare i conti effettivi sulla ripresa delle attività economiche e sui condizionatori che gli italiani riaccenderanno dopo essere tornati a casa.

Bisognerà attendere le 18 per sapere se martedì sarà esente dai distacchi programmati. Il rischio rimane però anche per i giorni successivi, anche perchè l’afa e le temperature atmosferiche non accennano a diminuire e non è ancora facile prevedere l’impatto che avranno le prime piogge. Inoltre fino alla fine del mese sono contingentate, per i tradizionali lavori di manutenzioni, le importazioni dai paesi vicini.

L’allarme invece potrebbe diventare rosso dai primi di settembre. Scade il 2 il decreto che consente di aumentare la temperatura scaricata nei fiumi, dopo essere stata utilizzata per raffreddare le turbine delle centrali elettriche per aumentare l’efficienza. Ma sono allo studio nuove misure che troverebbero spazio in un un decreto che potrebbe essere portato già giovedì 28 agosto al Consiglio dei Ministri e al quale sta lavorando il ministero delle Attività Produttive, che prima dell’esame collegiale valuterà le nuove norme in stretto raccordo con il ministero dell’ambiente.