Saranno intensificati i controlli sui pericoli di introduzione illegale di coltivazioni transgeniche nel modenese”. Lo ha affermato Enrico Corsini, assessore all’Agricoltura della Provincia di Modena rispondendo ad una interrogazione di Cesare Falzoni (An) sulla recente scoperta di terreni coltivati con mais transgenico nelle zone di Concordia e Nonantola.


Corsini ha riassunto i contenuti dell’accordo siglato il 18 agosto da ministero delle Politiche agricole, associazioni professionali e Regioni, tra cui l’Emilia Romagna, che prevede specifiche modalità di campionamento e di analisi mentre per quanto riguarda lo smaltimento dei residui colturali la soluzione individuata è quella della trinciatura e dell’interramento secondo le normali pratiche agricole. Inoltre le ditte sementiere si sono impegnate a ritirare e ad acquistare dai produttori agricoli il prodotto proveniente dalle sementi risultate transgeniche.

“L’agricoltura modenese – ha sottolineato Corsini – punta sulla qualità, quindi non ha assolutamente bisogno di prodotti manipolati geneticamente. Su questi prodotti la comunità scientifica non ha ancora espresso un giudizio univoco, giusto quindi vietarli”.

Opposto il parere espresso da Maurizio Poletti (FI) secondo il quale i prodotti trangenici “non sono dannosi e vengono impiegati negli Stati uniti da oltre 30 anni. I consumatori devono essere liberi di scegliere il tipo di prodotto”.

Favorevole, invece, al principio di massima precauzione applicato dalla Comunità europea si è dichiarato Alfredo Silvestri (Rc) che ha chiesto un maggiore controllo da parte degli enti locali. Richiesta condivisa anche da Falzoni che ha parlato di episodio modenese non casuale, visti gli enormi interessi commerciali in gioco.