Negli ultimi dieci anni le morti per il tumore del seno si sono ridotte in Italia del 6-8%. Nonostante l’incidenza della malattia sia ancora alta in tutta
Europa, la sopravvivenza è aumentata e tende ad aumentare progressivamente soprattutto se la diagnosi è precoce.

Sono i dati incoraggianti emersi nella Conferenza europea di oncologia di Copenaghen, il principale appuntamento europeo sui tumori.

Al momento l’Italia è al quarto posto in Europea per incidenza, con oltre 32mila nuovi casi di tumore del seno ogni anno e quasi 12mila morti. Il primato negativo spetta alla Gran Bretagna (oltre 65mila nuovi casi l’anno), seguita da Germania (oltre 51.700) e Francia (oltre 37mila).

A giocare un ruolo fondamentale nella sopravvivenza sono le terapie: quella chirurgica continua ad avere un ruolo decisivo nel 70% dei casi in cui il tumore è circoscritto e non è giunto ai linfonodi.
La chemioterapia gioca invece un ruolo importante nel 70% dei casi dei tumori più estesi, con linfonodi positivi. Tra i chemioterapici il taxolo è attualmente la molecola considerata una delle principali armi contro i tumori di seno, ovaio e polmone. Utilizzata da dieci anni soprattutto per i tumori allo stadio avanzato, due nuovi studi italiani puntano adesso a verificarne l’efficacia anche su tumori a stadi più precoci.