Quello fra Bridgestone e Ferrari ”non è un semplice rapporto cliente-fornitore, ma una partnership forte che lega due aziende con gli stessi obiettivi. E’ un rapporto basato sul rispetto reciproco, dove arrivare primi e’ l’ unico traguardo soddisfacente”. Parola di Kees van de Grint, ingegnere capo della Bridgestone, un olandese approdato alla Formula 1 dopo anni di kart.

”E’ un rapporto speciale che Bridgestone non ha con nessun altro – commenta il tecnico sul sito internet media della casa di Maranello – Dopo ogni risultato negativo cerchiamo sempre di impegnarci al massimo per migliorare, ma questo vale per ogni gara, non si e’ certo trattato di uno sforzo una tantum seguito all’ episodio ungherese! Aver condotto test con quattro vetture e su due differenti circuiti non era sintomo di incertezza: la verità è che la maggior parte di quei test avrebbero dovuto essere effettuati gia’ prima del gp d’ Ungheria”.

I due diversi tipi di gomme che la squadra impiega in ogni gara sono il risultato di intensi programmi di prove e di anni di esperienza sui piu’ differenti tracciati. ”Abbiamo una visione chiara di cio’ che ci serve prima di ogni gara – dice l’ ingegnere – anche se le gomme continuano a evolversi dopo ogni corsa. Non ci sono epocali salti in avanti in questo mestiere, ma tanti piccoli passi dopo ogni gara”.

Dall’ iniziale processo di selezione delle gomme, i piloti collaudatori Felipe Massa e Luca Badoer fanno una nuova preselezione, poi tocca a Schumi e Rubinho provare le stesse gomme e fare ulteriori regolazioni. Solitamente provano circa l’80 o il 90% delle differenti gomme considerate idonee. ”Gia’ da martedi’ – spiega l’ingegnere – cominciano ad arrivare sollecitazioni dalla sede per sapere quali pneumatici devono essere prodotti. Al mercoledi’ di solito posso restringere il campo a 4-5 scelte e da giovedi’ o addirittura venerdi’ possiamo confermare le specifiche delle gomme per la gara successiva”.
A questo punto tutto passa a quegli uomini che Kees chiama ‘eroi non celebrati’ del reparto corse Bridgestone, gli uomini che alla periferia di Tokyo ‘fanno le scarpe’ per le monoposto di F.1. Lavorano a turno per 24 ore al giorno e durante i weekend per far si’ che le gomme siano pronte per il lunedi’ successivo.
Solo la Ferrari porta circa 80 gomme per ogni fine settimana di gara, piu’ le gomme da bagnato. Le altre squadre hanno circa lo stesso numero di gomme, ma la loro scelta in fatto di pneumatici e’ di solito differente, visto che non effettuano tante prove quanto la Ferrari. ”Insieme ai test per le gomme – dice l’ ingegnere – gli altri team portano avanti anche il lavoro sul telaio e i differenti aspetti della monoposto e non hanno, quindi, il tempo di provare tutte le gomme. Senza Ferrari, faremmo progressi molto piu’ lentamente”.

E’ uno svantaggio per Bridgestone avere come unica squadra di punta la Ferrari, mentre Michelin ha sia williams che McLaren a testare i propri pneumatici? ”Ci sono aspetti positivi e negativi – commenta Kees van de Grint – Naturalmente, piu’ si riesce a provare con diverse squadre piu’ si impara, ma d’ altra parte le cose vanno un pochino piu’ lente visto che il lavoro si moltiplica e gli input raddoppiano. E’ stata una decisione di Bridgestone lavorare con solo una squadra di punta, anche se in questo modo non abbiamo dati da comparare”.