”Mia figlia corre pericoli gravissimi e ho chiesto all’ambasciata italiana a Copenaghen un aiuto, ma non mi hanno neppure voluto parlare”. E’ quanto afferma Bruno Poli, padre della oggi 18enne Stella Marlene, che a due anni fu ‘rapita’ dalla madre danese che dall’Italia la portò in patria e fece di tutto per non farle vedere il padre.


Poli, imprenditore ravennate di 61 anni oggi abitante nel modenese, fece parlare di se’ per la lunga vertenza con la giustizia danese, che pero’ non autorizzo’ mai contatti regolari con la figlia. Oggi – fa sapere Poli – la ragazza ”e’ stata cacciata di casa dalla madre e temo che possa avere problemi di droga. Non avendo ricevuto risposta dall’ambasciata mi sono rivolto al Ministero degli esteri che con me e’ sempre stato molto disponibile. Gentilmente il Ministero ha contattato l’ ambasciata e la risposta e’ stata che ‘mia figlia non rientra nell’elenco dei cittadini italiani in Danimarca’. Ma Stella e’ cittadina italiana ed e’ iscritta all’ anagrafe di Ravenna”.

”Tra l’altro – conclude Poli – l’atteggiamento attuale degli operatori dell’ambasciata contrasta con l’assistenza che ho sempre avuto da parte dei loro predecessori”. Poli ha anche fornito assistenza a due madri italiane con figli ‘rapiti’ dai padri siriani.