Dal ’96 al 2001, secondo una
ricerca dell’ufficio studi degli artigiani della Cgia di Mestre,
tasse e imposte comunali sono cresciute del 36%, addirittura
dell’87% al sud e del 160 % in Campania. Percentuali superiori
all’aumento dell’ indice dei prezzi, che nel periodo è stato
pari all’11,44%, e al pil nazionale, che tra il 1996 e il 2001
é aumentato ‘solo’ del 24%.

L’area del paese più tartassata è
il Centro, dove ogni cittadino – tra Ici, Tarsu,
Tosap e altre tasse legate ai servizi forniti dalle
amministrazioni locali – paga in media 500 euro all’anno, contro
i 405 del Nord ovest della penisola, i 384 del NordEst, i 240
euro del Sud, e i 205 euro dei residenti di Sicilia e Sardegna.

Tra le regioni, è la Liguria ad indossare la maglietta nera,
con 543 euro all’anno versate in media da ogni cittadino al
comune tra tasse ed imposte. Seguono Lazio (530 euro), Toscana
(524 euro), Emilia Romagna (497 euro), Umbria (410 euro) e
Lombardia (407 euro). Più ‘distesa’ la situazione di chi sta
alla fine della graduatoria e dove gli oneri sono anche quattro
volte inferiori a chi sta sul podio. E’ il caso del Molise dove
le amministrazioni locali chiedono ai cittadini, tra tasse ed
imposte, 131 euro all’anno. Poco superiore la cifra richiesta ai
calabresi (149 euro). Sotto ai 200 euro stanno anche i siciliani
e i lucani, rispettivamente con 181 e 196 euro. Tra i 200 e i
300 euro troviamo, invece, gli esborsi pro capite di Sardegna,
Puglia, Abruzzo e Campania. Mentre 346 euro è la quota media
rilevata in Friuli Venezia Giulia, 360 quella piemontese, 373
quella veneta e 385 quella marchigiana.

Graduatorie che vengono scombinate però, osserva la Cgia,
quando si osservano le variazioni in termini di percentuale
delle pretese comunali anziché i numeri assoluti. Così il sud,
che nella prima parte della ricerca della Cgia di Mestre appare
privilegiato, viene offuscato dalla tendenza di tasse ed imposte
tra il ’96 e il 2001. In Campania sono aumentate del 160 per
cento, dell’84,9 per cento in Basilicata e del 76 per cento in
Molise. Contro l’11,89 per cento della Liguria, il 18 per cento
della Lombardia il 19 per cento del Friuli Venezia Giulia.