Un colpo di freno alla crescita degli stipendi e una contrazione dei redditi da capitale: per le famiglie italiane il 2002 è stato un anno difficile, segnato da
un deciso rallentamento del reddito disponibile aumentato del 3,4% in termini assoluti (contro il 5,2% dell’anno precedente) ma di fatto, considerando l’andamento del costo della vita (il
cosiddetto deflattore dei consumi), solo dello 0,4%.


A fare i conti in tasca agli italiani, ma anche alle
società, è l’Istat che fotografa nel dettaglio il conti
economici nazionali del 2002, un anno chiuso con un’economia fiacca (il Pil al +0,4%). Spulciando tra le cifre si scopre anche che il taglio delle tasse non sembra aver prodotto effetti evidenti sui conti delle famiglie (il prelievo tributi-contributi scende dal 28 al 27,8%) mentre la riduzione è più evidente per le società.

I soldi delle famiglie: Il reddito disponibile delle famiglie consumatrici aumenta del 3,4% nel 2002, rallentando rispetto al 5,2% del 2001. In termini reali in tasca rimane pero solo lo 0,4% in più. A pesare è il rallentamento registrato
dai redditi da lavoro dipendente e dal calo dei rendimenti finanziari: gli stipendi salgono del 3,8%, meno del +5,4% dell’anno precedente, mentre i proventi da capitale diminuiscono dell’ 1,5% (contro un aumento del 4% dell’ anno precedente). Ma non tutto è negativo: salgono anche le prestazioni sociali (+6,6% contro il +3,9% dell’ anno precedente) e rallentano le imposte che in termini assolute salgono solo dello 0,3% rispetto
alla crescita dell’1,3% dell’anno precedenti.

Le società: Il 2002 è un anno nero per le imprese mentre le società finanziarie accumulano redditi. Le società non finanziarie fanno registrare un aumento del reddito disponibile dello 0,8% (dopo un 2001 negativo con un -0,5%). Un effetto
positivo arriva dalla contrazione delle imposte correnti calate in un anno del 20,9% (dopo però essere salite del 45,5% nell’anno precedente). Va davvero bene, invece, alle società finanziarie (cioè alle banche e alle assicurazioni): il reddito disponibile è cresciuto del 31,3% (dopo un +3,8% del 2001), un risultato da attribuire soprattutto alla diminuzione del 7,1%
delle imposte correnti.

Tasse giù, ma per società: Il 2002 registra un calo della pressione fiscale soprattutto sulle società. Sulle imprese – cioè sulle società non finanziarie – la pressione fiscale corrente (cioè l’incidenza sul reddito disponibile delle imposte correnti sul reddito e sul patrimonio) è scesa di 23,2% al 19,2%, di quattro punti percentuali. Ancora più forte è la riduzione fiscale per banche e assicurazioni: la pressione fiscale cala dal 48,3% del 2001 al 39,8% del 2002, un taglio di
8,5 punti. E le famiglie? La riduzione fiscale nel 2002 è stata davvero minima. Le imposte sul reddito sono scese dal 14,6 al 14,2% di soli 4 decimi di punto. Nel complesso, considerando
anche i contributi sociali, la pressione ”fiscale” è scesa dal 28,0% al 27,8%, di due decimi di punto.