Marco Pantani non aveva più controllo sul proprio patrimonio economico e immobiliare. La gestione era infatti stata presa a carico totalmente dal padre. E’ quanto filtra da ambienti investigativi di polizia, secondo cui il ‘Pirata’ di fatto aveva un vitalizio che gestiva con la carta di credito trovatagli nel portafoglio messo sotto sequestro ieri, come tutta la stanza del residence ‘Le Rose’
dove ha trovato la morte nel giorno di San Valentino.


Questo spiegherebbe anche i rapporti tesi con la famiglia di cui si è parlato nelle ultime ore e l’allontanamento del campione da Cesenatico, dove non si faceva vedere da parecchio tempo.

Non ci sarebbero però accuse ai parenti fra i biglietti trovati nella stanza del residence, affermano fonti investigative. Le stesse fonti smentiscono categoricamente le indiscrezioni sul contenuto dei foglietti riportate oggi da alcuni giornali, in realtà una sorta di ‘testamento’ di una persona molto provata psicologicamente che si è sfogata devastando la camera dell’albergo dove aveva preso alloggio e affidando i propri pensieri a parole e frasi sconnesse, non riconducibili una all’altra, di interpretazione impossibile.
L’unico riferimento al mondo del ciclismo che Pantani avrebbe fatto su un pezzo di carta dell’albergo è quello alla ‘sua’ bicicletta, una sconclusionata dichiarazione d’amore.