Dopo l’esame sullo stato di salute dei polmoni il 15% di chi ha effettuato il test di funzionalità
respiratoria presso i Centri Antifumo, nel 2003, ha deciso di seguire un percorso personalizzato per smettere di fumare. Lo rende noto la Lega contro i Tumori di Milano che per l’8 marzo distribuirà l’opuscolo ‘Libere dal fumo-Proviamoci oggi’.


Secondo la ricerca, le donne pagano per le sigarette un prezzo più alto degli uomini. In primo luogo si incrina la protezione naturale contro infarti e malattie cardiovascolari costituita dagli ormoni che proteggono l’organismo della donna
predisposto a formare dentro di sè una nuova vita. Il fumo ha il potere di vanificare questa eccezionale autodifesa provocando morti premature per malattie cardiovascolari. Quando l’infarto
colpisce una donna sotto i 50 anni, in 9 casi su 10 si tratta di una fumatrice.

La ricerca evidenzia un nuovo trend. Si sta evidenziando che la fumatrice fa più fatica del fumatore a smettere. La causa si evince nel rapporto più complicato di dipendenza che la lega al tabacco. Le donne hanno iniziato a fumare per inseguire un modello sociale più libero, ma più tardi la sigaretta è diventata un alleato a cui ricorrere per tenere a bada ansia e stress collegati al doppio, triplo ruolo che le donne devono
spesso ricoprire: madre, moglie, lavoratrice.

Il fumo non fa belle. L’associazione tra fumo e rughe è dimostrata a livello scientifico da oltre 4000 sostanze nocive contenute nel fumo di sigaretta che provocano cambiamenti
visibili sulla pelle. La nicotina è l’imputata principale, la sua azione nociva è legata al potere vasocostrittore. Questo fatto ha delle pesanti ricadute a livello della microcircolazione cutanea, perchè diminuendo l’apporto di sangue alla pelle arrivano anche meno sostanze nutritive che
viaggiano lungo la via ematica.