I prezzi della benzina hanno ripreso a
correre e si sono portati ai massimi da un anno con la senza
piombo che viaggia sempre più pericolosamente vicino alla
soglia psicologica di 1,1 euro. Per un litro di carburante sono
infatti necessari oggi fino a 1,094 euro al litro, vale a dire
ben oltre 2.100 vecchie lire: un valore che non si registrava
dal marzo del 2003, alla vigilia della Guerra in Iraq.

Un
rialzo, quello registrato nelle ultime settimane che ha fatto
rincarare il pieno per un auto di media cilindrata di oltre 2
euro rispetto alla fine di dicembre quando la senza piombo
viaggiava sui 1,050 euro al litro.

A spingere la fiammata dei prezzi dei carburanti gioca il
forte rialzo del prezzo del petrolio che a New York ha sfondato
nuovamente quota 37 dollari al barile spingendosi su livelli
vicinissimi ai massimi da 13 anni, dai tempi cioé della prima
Guerra del Golfo sulla scia delle preoccupazioni dei mercati per
la situazione venezuelana e per la prossima stretta produttiva
decisa dall’Opec a partire dal primo aprile. Da quando cioé il
cartello ridurrà di 1 milione di barili al giorno le proprie
quote dopo che si è già impegnato a rispettare, tagliando dal
mercato l’oversupply (ulteriori 1,5 milioni di barili al giorno
stimati), i tetti fissati. A spingere i prezzi dei carburanti
sul mercato interno gioca comunque anche la tendenza al recupero
mostrata dal dollaro negli ultimi giorni.


Ma a pesare sulle tasche dei consumatori italiani c’é anche
l’aumento dell’accisa (ed il trascinamento sull’Iva) deciso dal
Governo a fine 2003 per finanziare il fondo per il trasporto
destinato alla copertura del rinnovo dei contratti del trasporto
locale. Un incremento di 0,017 euro al litro dell’accisa (senza
considerare l’Iva) che doveva essere – nelle intenzioni del
Governo – assorbito dall’Industria Petrolifera attraverso il
recupero sul cambio. Ma che con l’impennata della materia prima
e il recupero del biglietto verde, rischia ormai di essere
trasferito al consumo. Gli stessi petrolieri nell’accogliere
l’invito del Governo avevano infatti fatto sapere che i prezzi
avrebbero seguito le dinamiche del mercato e che l’assorbimento
della maggiore accisa sarebbe stato realizzato compatibilmente
con tali dinamiche.

Di fatto, comunque, c’é un aumento consistente. Che se non
rientrerà rischia di pesare anche sull’inflazione. Solo
nell’ultimo mese il carburante ha guadagnato 0,020 euro al litro
(dai 1,070 dell’inizio di febbraio all’attuale punta di 1,092) e
per ogni incremento dei prezzi dei carburanti di 0,036 euro in
un mese l’indice mensile dei prezzi al consumo – secondo quando
stimano gli esperto – è sensibile di un rialzo dello 0,1%.