Governo battuto alla Camera, con 203 voti a 202, sul disegno di legge sulle discoteche. E’ stato infatti approvato un emendamento proposto dalla Lega, che affida ai Comuni il compito di regolare l’orario delle discoteche. Il testo arrivato ieri in Aula prevedeva, invece, la fine della musica entro le 4 nei mesi di giugno, luglio e agosto ed entro le 3 negli altri periodi dell’anno, senza alcun limite soltanto nelle notti di Capodanno, Ferragosto, giovedì, sabato e martedì grasso.


L’emendamento, presentato dal leghista Massimo Polledri, è stato sottoscritto anche da Piero Ruzzante dei Ds e Andrea Di Teodoro di Forza Italia.

Il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini ha commentato: ”La maggioranza ha votato così, come presidente ne prendo atto. Come genitore darò un commento in un’altra occasione”.
E’ polemica nella Cdl sull’esito del voto.
Il vicepremier Gianfranco Fini attribuisce la sconfitta dell’esecutivo “all’anarchia che c’è in questo momento nel gruppo leghista”. ”I dodici che oggi hanno votato a favore dell’emendamento, i quattro contro e le fisiologiche assenze di tutti i gruppi parlamentari della maggioranza: si inquadra soprattutto con la campagna elettorale”, ha spiegato il vicepremier. ”L’unico elemento politico che colgo è che il gruppo leghista è diviso. Ma -ha aggiunto Fini- con un voto a maggioranza che va esattamente nella direzione opposta rispetto a quella che aveva auspicato Bossi in Consiglio dei ministri”.

Dura la reazione del ministro per i Rapporti con Parlamento Carlo Giovanardi sostenitore del ddl. ”Il provvedimento è snaturato”, ha commentato in Aula il ministro, proponendo ”una pausa di riflessione”; il ddl sulle discoteche tornerà in Commissione Affari costituzionali. Lo ha deciso l’aula della Camera accogliendo la proposta della maggiorzanza.
Giovanardi, dopo aver ricordato che il disegno di legge è stato proposto dalla Lega con l’accordo del ministro per le Riforme istituzionali Umberto Bossi, ha spiegato che questo voto ”ha cassato qualsiasi limitazione alle luci psichedeliche, ai rumori assordanti, allo sballo e trasgressione senza limite alcuno”.

Alle critiche degli alleati, risponde il ministro del Welfare Roberto Maroni. ”L’anarchia non esiste – dice il numero due del Carroccio – L’emendamento della Lega è passato anche per l’assenza della stragrande maggioranza dei deputati della Casa delle Libertà. Se fossero stati presenti il problema non si sarebbe posto. E per quello che è successo ognuno guardi in casa propria”. L’esponente della Lega risponde anche al ministro Giovanardi che ha tirato in ballo Umberto Bossi: ”Credo che sarebbe opportuno, elegante e serio non tirare in ballo Bossi. Soprattutto da parte di chi non è leghista. Bossi non c’entra -ha sottolineato Maroni- lasciamolo lì, sta recuperando, lasciamolo tranquillo”.