“Oggi la nostra vita è distrutta,
non c’é più vita. Bastava che mia figlia dicesse una parola e
non saremmo arrivati a tutto questo”. Il nonno di Jacopo, il
neonato abbandonato nudo la mattina del Venerdì di Pasqua in un
giardinetto vicino casa alla periferia di Modena e morto il
primo maggio al Policlinico, dove è sempre rimasto in coma e
ventilato meccanicamente, ha accettato di parlare – ripreso di
schiena – con un giornalista del Tgr Rai.

“Ho provato rabbia, dolore, mi è caduta addosso una
montagna – ha detto il padre dell’operaia diciottenne che
qualche giorno dopo ha confessato in Questura di aver partorito
nel salotto di casa, all’insaputa dei familiari, e di aver
abbandonato il piccino nel prato sotto la pioggia e al freddo –
Certo, avrei voluto diventare nonno, ma non in questo modo.
Essere nonno doveva essere una cosa bellissima, più di un
figlio. Invece è stato un dramma”.


L’autopsia sul corpicino di Jacopo è stata eseguita nel
pomeriggio all’Istituto di Medicina legale. L’esito potrebbe
richiedere fino a una sessantina di giorni. La perizia
necroscopica dovrà appurare, tra l’altro, se il grave edema
cerebrale del neonato è stato provocato dalla lunga esposizione
al freddo o se può essere stato, anche solo in parte, l’effetto
di un caduta, in casa o al momento dell’abbandono.


I funerali, in forma civile, si dovrebbero svolgere venerdì,
con il diretto interessamento dell’Amministrazione comunale, che
all’indomani del decesso si era offerta di predisporre le
esequie. Alla cerimonia funebre non dovrebbe partecipare la
madre. O meglio, legalmente per ora la presunta madre, poiché
il Pm Fausto Casari è in attesa del’esito dell’ esame del Dna
che dovrà fugare ogni ombra di dubbio sulla maternità. La
giovane e i genitori, indagati per concorso in abbandono di
minore (il magistrato non è convinto che il padre e la madre
della diciottenne siano stati davvero all’oscuro di tutto), dopo
la morte di Jacopo sembrano destinati a dover rispondere di
infanticidio.