“Potrebbero popolare una città come Rovigo o Ascoli Piceno e nel 2002, con i denari nascosti al Fisco, si sarebbe potuto, in linea teorica, coprire un quinto della spesa statale sanitaria, oppure più di un quarto di quella per l’istruzione”. Questo il commento di Giuseppe Bortolussi segretario degli artigiani di Mestre che assieme all’Ufficio studi della CGIA si sono occupati di “mappare” il popolo degli evasori fiscali presenti nel nostro Paese.

Nei nove anni che vanno dal 1995 al 2003, infatti, sono circa 52.000 gli evasori che sono stati “scovati” dalle Fiamme gialle. Insomma, persone che totalmente o parzialmente hanno evitato di fare il loro dovere con l’erario italiano, per un totale di 148, 4 miliardi di euro di imponibile recuperati dalla Guardia di Finanza. Un periodo di tempo durante il quale la quota annua di sottrazione alle casse dello stato ha subito variazioni anche piuttosto significative.

Così se il popolo degli evasori era costituito da quattromila persone nel ’95 con un “bottino” di 13, 7 miliardi di euro di imponibile, nel ’96 era diventato pari a 5.200 persone con un totale di 21, 6 miliardi di euro di evasione. Un apice mai più raggiunto negli anni successivi. Solo nel 2001 la cifra sale nuovamente a 21 miliardi di euro di imponibile per poi scendere a 17, 4 miliardi nel 2002 e a 14, 3 miliardi nel 2003.

“Tanto per rendere l’idea – prosegue Giuseppe Bortolussi – le cifre minime di evasione che si sono registrate nel 2003, pari a 14,3 miliardi di euro, corrispondono al prodotto interno lordo di una regione come l’Umbria”. Ma, ciò che rende ancor più interessante l’analisi dell’Ufficio Studi della CGIA di Mestre è la concretizzazione dell’imponibile scovato dalla Guardia di Finanza.

“Ebbene – continua nella sua analisi il segretario mestrino – si stima che nel 2002 l’imponibile evaso accertato dalle Fiamme Gialle sia stato di 17 miliardi di euro. Importo, quest’ultimo, che risulta essere pari al 302% della spesa statale per la protezione dell’ambiente registrata in quell’anno. Oppure, se si vuole prendere un altra voce della spesa pubblica, costituisce il 69% della spesa per la sicurezza e l’ordine pubblico investita sempre nel 2002”.