Oltre un terzo degli italiani che va al mare non sceglie lo stabilimento balneare ma la spiaggia libera: a svelarlo è l’indagine ‘La soddisfazione dei clienti sui servizi degli stabilimenti balneari’ presentata ieri dal presidente del Sib, il sindacato italiano balneari, Riccardo Scarselli, e curata dall’Isnart, l’Istituto nazionale per le ricerche turistiche.

Lo studio, realizzato attraverso 2.003 interviste valide a vacanzieri italiani, rivela che il turismo balneare italiano nel 2003 ha contato, tra giugno e novembre, su circa 17 milioni di vacanzieri, pari al 57,6% del totale dei vacanzieri italiani; la destinazione principale è stata, nell’81,4% dei casi, pari a oltre 14 milioni di individui, una località italiana, dove il 36,8% dei vacanzieri ha usufruito degli stabilimenti balneari. Sono quindi 5,3 milioni gli italiani che questa estate hanno utilizzato i servizi proposti dagli stabilimenti balneari italiani, trovandoli confortevoli nel 42% dei casi, ricchi di servizi (22,9%), affidabili in termini di sicurezza della spiaggia (16%) e di presenza di servizi fondamentali (11,2%), ma anche offerti con un giusto rapporto qualità-prezzo (7,8%). Considerando che circa 3,2 milioni di vacanzieri in Italia ha usufruito di una spiaggia privata, tra i 5,8 milioni di coloro che non hanno utilizzato gli stabilimenti, le motivazioni si dividono fra tre tipologie: coloro che volontariamente hanno deciso di farne a meno perché preferiscono la spiaggia libera sono il 75,7%; coloro che non hanno avuto la possibilità di ricorrervi perché in quella zona di mare non si trovano (13%) e coloro che non li gradiscono perché costosi (7,5%) o sforniti di servizi necessari (3,7%).

– GLI STABILIMENTI BALNEARI ALL’ESTERO – Nella competizione con le imprese balneari all’estero è interessante notare come la quota di coloro che hanno usufruito di stabilimenti balneari all’estero (14,4%) è inferiore rispetto a quella in Italia (36,8%); nella vacanza all’estero si usufruisce maggiormente di spiaggia privata ma la carenza di stabilimenti (14%) è più evidente che in Italia (5,3%); la mancanza dei servizi richiesti dal turista è più rilevante tra coloro che sono andati all’estero (5,3%) piuttosto che tra quelli in vacanza nelle nostre destinazioni (1,5%); infine, il ricorso all’utilizzo di stabilimenti balneari grazie ad un corretto rapporto prezzo-qualità è più elevato in Italia che non all’estero.

– IDENTIKIT DI CHI USUFRUISCE DEGLI STABILIMENTI – In prevalenza si tratta di persone con un livello di istruzione medio-basso (53,5% diplomati, 27,5% licenza media, 16,2% laureati); con una lieve prevalenza di donne (53,2%); un’età media abbastanza giovane, in prevalenza tra i 25 e i 34 anni (24,1%); uno status professionale ‘dipendente’ o ‘studente’. Sono in gran parte residenti in centri di media grandezza, tra i 10 e i 100 mila abitanti (41,4%); la provenienza risulta in particolare dalla Lombardia, dall’Emilia e dalla Campania.

– DESTINAZIONI ITALIANE E STRANIERE IN VACANZA – La più gettonata tra i fruitori degli stabilimenti balneari è l’Emilia-Romagna, seguita da Puglia, Calabria, Sicilia, Toscana e Liguria. Nel complesso sono le destinazioni del sud e delle isole a raccogliere la quota più rilevante di questi vacanzieri pari al 45,8% delle preferenze. All’estero, al primo posto c’é la Croazia seguita da Grecia, Spagna e Tunisia. Tra le destinazioni a lungo raggio dominano Messico, Cuba e mete brasiliane ed argentine.

– I SERVIZI DEGLI STABILIMENTI BALNEARI – I servizi necessari, secondo i vacanzieri che non hanno utilizzato gli stabilimenti balneari, sono in primo luogo quelli sulla spiaggia (75,7%), poi quelli ristorativi (41,8%), quelli sportivi e di intrattenimento (29,8%), quelli nautici (4,8%) ed altri servizi strutturali. Solo dal sesto posto compare la richiesta di servizi più sofisticati (es. lezioni di ginnastica). Tra i vacanzieri che hanno utilizzato gli stabilimenti il giudizio sui servizi provati è molto positivo e solo il voto al servizio di lezioni da parte degli istruttori subacquei non raggiunge la sufficienza. All’estero ben cinque servizi non sono risultati sufficienti.

– FOCUS REGIONALI. NORD ITALIA – Al Nord al primo posto si colloca l’Emilia Romagna dove 1,1 milioni di vacanzieri ha usufruito dei servizi negli stabilimenti, pari al 70,8% del totale balneare regionale. Seguono, in termini di numerosità, gli utenti delle mete liguri, con 446 mila vacanzieri italiani, venete (228 mila) e friulane (126 mila). Nei laghi lombardi poi, esiste un utilizzazione interessante di servizi forniti dagli stabilimenti balneari a ben 29 mila turisti.

– CENTRO ITALIA – Con 454 mila vacanzieri che usufruiscono degli stabilimenti balneari, la Toscana risulta quarta in Italia per numero di utenti. Seguono le Marche (290 mila fruitori) e il Lazio (173 mila) mentre in Umbria l’indagine non rileva l’utilizzo di stabilimenti sui laghi.

* SUD E ISOLE – Le regioni del turismo balneare dove risulta maggiore l’utilizzo dei servizi degli stabilimenti sono la Puglia, con 624 mila vacanzieri e la Calabria (503 mila), rispettivamente seconda e terza regione d’Italia per utenti di queste imprese. Seguono la Sicilia, con 455 mila vacanzieri, la Sardegna, con 299 mila, l’Abruzzo (235 mila), la Campania (214 mila) ed infine la Basilicata (68 mila) ed il Molise (11 mila). “Ogni anno si sente questo leit-motiv sugli aumenti dei prezzi negli stabilimenti”, ha lamentato oggi Scarselli. Ed Edi Sommariva, direttore generale della Fipe ha aggiunto: “oltre ai canoni, abbiamo costi aggiuntivi sulle parti coperte, le aree di pertinenza, le imposte di concessione, sovraccarichi regionali pari al 30% delle tariffe base e nuove spese di segreteria che in alcuni comuni arrivano a 4 mila euro”.