Con l’arrivo dell’estate aumenta il consumo di gelati, angurie a granite. Non solo: aumentano anche i prezzi. Secondo il Codacons, nel giro di tre anni i prezzi hanno toccato rincari fino al 223%. L’associazione, che ha svolto l’indagine per verificare come sono cambiati i prezzi degli alimenti più acquistati con l’arrivo dell’afa nei chioschi, bar e galaterie, denuncia: “Non ci sono giustificazioni: le materie prime hanno subito solo lievi ritocchi”.


I dati raccolti dal Codacons: l’impennata dei prezzi è stata in molti casi superiore al 100% con picchi altissimi ( +158 e +223%) in particolare per la classica e refrigerante fetta di anguria mangiata al tavolino del chiosco. Ma anche il gelato non scherza: prezzi da “brividi” con aumenti che arrivano a toccare picchi del 132%. E naturalmente i prezzi aumentano ancora se compriamo un gelato o mangiamo una granita in un centro storico o sulla spiaggia di grido.


Secondo il Codacons non c’è alcuna giustrificazione a questi aumenti perché le materie prime di questi prodotti hanno subito aumenti minimi in questi 3 anni. Da qui la denuncia:”Siamo di fronte a fenomeni speculativi puri di chi vuole arricchirsi alle spalle dei consumatori e che andrebbero sanzionati e fermati”. E ancora, secondo l’associazione dei consumatori, sarebbero necessari controlli più serrati.



D’altronde il giro d’affare di questi prodotti tipicamente estivi è esorbitante: 250 milioni di euro per angurie e cocco, 450 milioni per i gelati e 200 milioni per le granite. I commercianti, invece, si giustificano affermando che i ritocchi nei prezzi stanno seguendo di pari passo gli aumenti avuti negli altri settori del commercio puntando il dito contro l’euro.


Ma dal Codacons sono inflessibili nel ripetere che quelli registrati sono degli aumenti inaccettabili fatti in coincidenza dell’arrivo del caldo torrido quando sono molti gli italiani che cercano refrigerio nel cono gelato, magari sostituendolo al pranzo.