Diventerà la sede di alcuni servizi della Provincia di Modena la palazzina di proprietà all’angolo tra viale delle Rimembranze e via Saragozza nel capoluogo dove, prima del trasferimento in via Divisione Acqui, si trovavano in affitto alcuni uffici della vicina Questura.

Nelle scorse settimane, infatti, la giunta ha approvato il progetto preliminare che, per un importo complessivo di 680 mila euro, prevede l’intervento di ristrutturazione dell’edificio allo scopo di adibirlo a sede di alcuni dei servizi dell’area Economia (Attività produttive e Turismo) e degli uffici del settore Cultura.

La palazzina è stata costruita dove si trovava l’antico “Mulino di san Pietro” e sorge ai limiti dell’isolato che ha ospitato fin dal X secolo l’insediamento religioso di San Pietro affidato ai monaci benedettini della Badia di Nonantola. Furono proprio loro a realizzare nel XII secolo il mulino detto della Songia o dell’Assongia sul Canal Grande, che scorre sotto l’attuale via Saragozza. I Benedettini di San Pietro nel 1447 divennero addirittura proprietari del Canale, con la concessione esclusiva dell’attività molitoria.
Il Mulino nel corso dei secoli è stato ceduto, poi trasferito; l’edificio è stato trasformato in filatoio, poi, nel 1695, in Ospizio dei poveri.

Dopo gli interventi ottocenteschi di allineamento con il prospetto della caserma Fanti e con il Palazzo Bonacini, nel 1940 la proprietà dell’edificio risulta quasi interamente della Provincia.
La palazzina non rientra tra gli edifici vincolati, ma gli interventi di ristrutturazione, che fanno parte del progetto di razionalizzazione del patrimonio provinciale, richiedono comunque il parere preventivo della Soprintendenza ai beni ambientali e architettonici sulla base del quale verrà sviluppato il progetto esecutivo con l’obiettivo di iniziare i lavori nei prossimi mesi.

Sono previste opere di risanamento, soprattutto nel seminterrato, la ristrutturazione degli spazi per realizzare uffici e sale riunioni, la realizzazione di nuovi impianti tecnologici, interventi per il superamento delle barriere architettoniche costruendo anche un ascensore per raggiungere i tre piani dell’edificio.