Nel mondo, 205 milioni di persone fanno uso di qualche sostanza illecita, ma i principali ‘killer’ restano l’alcol e il tabacco che si confermano le sostanze psicoattive più diffuse e pericolose.

A lanciare l’allarme, dal Congresso della Società mondiale di psichiatria, è l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), con uno studio che ribadisce una posizione precisa: ”La dipendenza da sostanze è una vera e propria malattia”.

Lo studio ‘Neuroscienze delle sostanze psicoattive, uso e dipendenzà, ha spiegato il capo-dipartimento Salute mentale e tossicomanie dell’Oms, Benedetto Saraceno, ”è frutto di tre anni di lavoro e si avvale dei progressi delle neuroscienze per concludere che la dipendenza da sostanze è una malattia come tutte le altre patologie neurologiche o psichiatriche”.
Le sostanze psicoattive, ”illecite o meno – ha sottolineato l’esperto Oms – funzionano sul cervello con lo stesso meccanismo e possono essere dannose per la salute e portare alla dipendenza. L’impatto sulla salute pubblica è dunque enorme e richiede delle politiche appropriate”.

Lo studio Oms getta anche luce sui meccanismi che inducono la dipendenza: ”Questa è determinata da diversi fattori, sia biologici che genetici, e i tratti ereditari – ha sottolineato Saraceno – si combinano con quelli psicosociali, culturali ed ambientali”. Da un punto di vista biologico, ha precisato, ”le sostanze psicoattive sono capaci di riprodurre gli effetti dei neurotrasmettitori naturali, che sono i messaggeri chimici del cervello, ed interferire con il normale funzionamento del cervello alterandone l’immagazzinamento, il rilascio e la rimozione di neurotrasmettitori”. Le sostanze psicoattive, ha quindi sottolineato Saraceno, ”anche se hanno differenti modi di agire sul cervello, si somigliano tutte nel modo con cui interferiscono con importanti regioni cerebrali”.

Dall’Oms giunge quindi un richiamo ai governi perchè incentivino ”politiche efficaci indirizzate alla prevenzione e la cura” e sviluppino ”interventi che non stigmatizzino i pazienti”: ”Criminalizzare i consumatori di sostanze psicoattive – ha affermato Saraceno – non serve a niente”. Ma il responsabile Oms ha anche lanciato un altro messaggio: ”La differenza tra sostanze lecite e illecite, dal punto di vista dell’impatto sulla salute pubblica non è così importante. L’alcol, ad esempio, fa molti più danni della marijuana e dallo studio emerge che delle politiche accorte possono diminuirne il consumo”. Un esempio? La proibizione della pubblicità sugli alcolici ed evitare, ha concluso l’esperto, ”l’associazione, molto diffusa tra i giovani, tra alcol, libertà e disinibizione”.