Una mascherina da applicare sul volto per leggere ed interpretare le emozioni di chi vive situazioni di stress forte ed improvviso, come un pilota di
Formula 1, una persona con una malattia latente e sintomi difficili da interpretare o persone con malattie croniche degenerative.

Sta per essere sviluppata grazie alla
collaborazione tra la Maserati Spa e l’Azienda Usl di Modena (in particolare il Servizio di Ingegneria Clinica e l’Unità Operativa di Neurologia di Carpi) che partecipano, uniche in Italia, ad un progetto europeo con futuri ambiti di applicazione che spaziano dal campo sportivo a quello medico.

A iniziare, entro l’anno, i test con un prototipo della
maschera sarà Andrea Bertolini, pilota ufficiale della casa automobilistica del Tridente per il campionato Gran Turismo e aiuto-collaudatore di vetture F1.
I biosensori elettromiografici
saranno applicati sulla maschera antipiretica del pilota, in posizioni ben precise: 2 ai lati della bocca, 2 sugli zigomi, 2 al centro della fronte e 2 a lato degli occhi. Altri sensori (collocati su una mano o sotto un piede e sul torace) serviranno a monitorare la frequenza cardiaca, la frequenza respiratoria e la conducibilità della pelle. Tutti i segnali ed i parametri rilevati saranno trasmessi ad un “modulo intelligente per il riconoscimento delle emozioni”, un complesso elaboratore che,
associandoli ad altre informazioni sul pilota contenute in un data base, animerà su un monitor, in tempo quasi reale, una ricostruzione software del volto e ne modificherà le espressioni. Il viso non sarà anonimo, ma avrà le fattezze del
pilota, ed in futuro dei pazienti, ricostruite grazie ad uno scanner tridimensionale.

Grazie all’implementazione di nuovi algoritmi e di nuovi metodi per effettuare una valutazione emozionale, sarà così possibile avere un quadro completo delle
condizioni psicologiche e fisiologiche del soggetto preso in esame. Il progetto vede raccolte in un consorzio anche tre grandi aziende ed un’università europee: la spagnola Siemens, che coordina il progetto e si occupa anche della componente
relativa all’elettronica; la belga Precision, che analizzerà i dati e svilupperà il software; le greche Anco e Università di Ioannina, che si occuperanno la prima dell’hardware e dello sviluppo dei sensori e la seconda del settore dell’informatica medica e dell’ingegneria biomedica.