Ancora in calo il costo della spesa per le famiglia italiane nei supermercati ed ipermercati italiani: -1,9% la riduzione dei prezzi praticati dalla Grande
distribuzione organizzata nel V bimestre 2004 rispetto allo stesso periodo dello scorso
anno. Ad analizzare questi dati è ‘Vendite flash’, il bollettino del Centro Studi Unioncamere dedicato al monitoraggio bimestrale del fatturato realizzato nei
supermercati ed ipermercati di tutta Italia.

La discesa dei prezzi ha favorito un lieve recupero dei volumi a rete omogenea (ovvero a parità di punti vendita rispetto allo stesso periodo del 2003), il cui bilancio sugli ultimi dodici mesi, pur restando di segno negativo (-0,7% rispetto al V bimestre del 2003), vede attenuare i toni della discesa (-2,5% la statistica sul I semestre).

Considerando i beni di Largo consumo confezionato, si osserva che l’andamento del costo della spesa presenta una dinamica poco differenziata tra le ripartizioni geografiche. A partire dal 2004, i supermercati ed ipermercati hanno agito sulla leva del prezzo per
rilanciare i volumi, ricorrendo in modo massiccio alle iniziative promozionali. Il V bimestre
2004 è testimone di una ulteriore riduzione del costo della spesa (-1,9%), che si manifesta
con intensità solo leggermente superiore nelle aree del Centro-Sud, dove le variazioni
superano il -2%. La discesa del costo della spesa nel V bimestre accomuna tutti i reparti del Largo consumo confezionato, senza esclusioni. Un ruolo rilevante è giocato dalla componente non
alimentare. La sensibile discesa nel costo della spesa relativo ai beni di questo reparto può
essere correlata alla più forte concorrenza esercitata su queste merceologie da altri formati
distributivi, come ad esempio gli hard-discount.
Nel mercato alimentare si osserva come i contributi più rilevanti alla discesa dei prezzi provengano dai reparti del fresco (-2,5%) e del freddo (1,9%).

Il giro d’affari della Gdo sperimenta nel V bimestre un ulteriore indebolimento rispetto all’andamento del I semestre dell’anno. Il tasso di crescita del fatturato si attesta al +2,5%, peggiorando la performance media del I semestre dell’anno e perdendo slancio
anche rispetto allo scorso bimestre. A livello regionale, emerge il dato della Puglia, unica
regione ad incassare una contrazione del giro d’affari di ipermercati e supermercati a rete
corrente (quindi, comprendendo anche le vendite registrate dai nuovi punti vendita aperti
nel periodo). Questa contrazione è interamente riconducibile all’andamento del mercato alimentare, che negli ultimi dodici mesi scende del 2% sotto il livello raggiunto dodici mesi fa. L’andamento più positivo appare quello della Campania, in cui il fatturato registra un incremento superiore al 10%. Decisamente contenute risultano le variazioni tendenziali della Sicilia e della zona Adriatica (rispettivamente 1,7% e 1,6%), mentre la Sardegna
risulta in crescita del 4% circa. Nel Centro, spicca la performance del Lazio, che realizza una crescita tendenziale del 5%. La Toscana segue a breve distanza (4,3%). La dinamica del Nord-Ovest (+2,1%) è profondamente influenzata dalla scarsa
performance della Lombardia, che negli ultimi dodici mesi mostra un progresso del giro d’affari soltanto dello 0,9%. A sostenere il risultato sono invece Piemonte e Liguria, con variazioni comprese tra il 4,5% e il 5%. Nel Nord-Est, infine, il Veneto presenta una variazione contenuta (0,6%). Poco più alto il tasso di crescita dell’Emilia Romagna (+1%).