“A Phuket la situazione sanitaria é sotto controllo, non c’è l’allarme colera e la vita è ripresa, nonostante tutto”: dall’ isola thailandese
Massimiliano Dall’Aglio, uno dei responsabili del tour operator italiano “Lupo”, descrive una situazione che rassicura sul pericolo di epidemie.


“Abbiamo l’acqua potabile, l’energia elettrica, i negozi e i supermercati sono aperti. Il problema serio è a Khao Lak, a qualche centinaio di chilometri da qui, dove il mare sta restituendo molti cadaveri e per scongiurare il rischio colera
il primo ministro thailandese ha detto che da domani si procederà alla cremazione delle salme”, racconta al telefono Dall’Aglio, spiegando che la zona di Khao Lak “é delimitata dall’esercito ed è inaccessibile ai civili e ai curiosi”.
Dal 26 dicembre lui e gli altri responsabili della “Lupo” vivono giornate convulse facendo la spola tra la sede del tour operator a Patong, alberghi, ospedali e centri di accoglienza
per assistere non solo i loro clienti ma anche i turisti italiani ‘fai da te’ che a Phuket hanno perso i documenti o comunque si trovano in difficoltà: “Qui a Phuket stanno già cremando i morti thailandesi, come del resto prevedono le loro tradizioni, mentre per rispetto della nostra religione stanno
ricomponendo i resti delle prime vittime italiane e occidentali identificate per poi rimpatriarle”, riferisce Dall’Aglio che nella mattina è stato nel centro di accoglienza dove sono al lavoro gli uomini della Protezione civile italiana.

“Intanto qui la vita è ripartita, a parte la zona del
lungomare che è chiusa – racconta l’operatore turistico parmigiano che proprio a Natale è stato raggiunto in Thailandia dalla madre – I ristoranti funzionano, i locali notturni e le discoteche sono aperte e la sera c’é passeggio, insomma chi è
rimasto qui cerca di condurre una vita il più possibile normale. Del resto si deve guardare avanti: i turisti occidentali devono pur mangiare e i thailandesi che hanno un ristorante o un negozietto l’hanno riaperto”.