Manca poco all’ora x. A mezzanotte scatterà il divieto di fumo in bar, ristoranti e locali previsto dalla nuova legge targata Sirchia. Una ‘rivoluzione culturale’ che coinvolgerà 250 mila pubblici esercizi.

A poche ore dall’entrata in vigore della legge, Girolamo Sirchia è tornato a spiegare le motivazioni del provvedimento che sta suscitando dure polemiche tra i gestori degli esercizi aperti al pubblico.

“Non è ispirata al proibizionismo la legge che regolamenta il divieto del fumo nei luoghi pubblici. Questa legge nasce soprattutto per difenderci dai danni del fumo passivo – ha ribadito il ministro della Sanità dalle pagine del Quotidiano Nazionale – come effetto probabilmente la legge avrà anche quello di esercitare una pressione sui fumatori attivi, che in parte smetteranno o ridurranno il numero delle sigarette fumate”.

Sirchia ha quindi proseguito: “Sostanzialmente il nostro fine è quello di assicurare a tutti la libertà di non respirare gas altamente nocivi come dimostrano numerose ricerche scientifiche, secondo cui l’87% di tutti i tumori del polmone e l’82% di tutti i casi di enfisema polmonare sono dovuti alle sigarette”.

Commentando il ruolo che dovranno rivestire i ristoratori rispetto ai trasgressori, il ministro ha precisato: “Non dovranno fare gli sceriffi, devono solo invitare l’avventore a non fumare se il luogo è quello dove non si deve fumare. Quanto alla volontà, palesata da alcuni, di ricorrere al Tar – ha concluso – non ho obiezioni, ricorrano pure. La verità è che si trovano mille pretesti per evitare che cali il fatturato delle sigarette: questa è la vera ragione di molte opposizioni”.