Magistrati e tecnici al lavoro, per fare chiarezza su ogni elemtno delle cause che hanno determinato il disastro ferroviario di venerdì.


L’ipotesi più accreditata che si affaccia nelle inchieste tecniche e giudiziarie in corso resta quella del semaforo rosso ignorato dal conducente del treno passeggeri, l’interregionale 2255 partito alle 11,39 da Verona alla volta di Bologna. Ma l’inchiesta per disastro ferroviario colposo e omicidio colposo plurimo mira ad accertare le responsabilità dell’accaduto a tutti i livelli.
Un tecnico, il prof. Giorgio Diana del Politecnico di Milano, sarà chiamato a stabilire dinamica, cause e responsabilità dello scontro ferroviario del 7 gennaio, e se esso poteva essere evitato e come.

Intanto sono in corso tutti gli altri accertamenti medico-legali sui corpi delle vittime e le perizie tecniche. Obiettivo delle indagini, come ha dichiarato il procuratore capo di Bologna Enrico Di Nicola, sarà anche quello di verificare le condizioni di sicurezza in cui sono chiamati ad operare i macchinisti dei treni.

Intanto si intrecciano le polemiche e il rimpallo di responsabilità sulla mancata adozione di misure di sicurezza adeguate, in particolare su linee pericolose e molto frequentate com’è la Bologna-Verona a binario unico, che solo in alcune brevi tratte e appena da qualche anno è in fase di raddoppio.