“Una rapida approvazione in Parlamento del decreto legge varato dal Consiglio dei ministri alla fine del 2004 per evitare inquinamenti dell’agricoltura tradizionale e la migliore risposta che le Istituzioni possono dare alla grande mobilitazione di medici, studiosi, imprese e cittadini impegnati in una battaglia di civiltà per assicurare il rispetto del principio di precauzione e il diritto di scelta dei consumatori”.

E’ questo il commento positivo della Coldiretti all’appello lanciato dai Medici per l’ambiente contro l’uso commerciale degli organismi geneticamente modificati (Ogm) negli alimenti. Un importante contributo per il 2005 durante il quale – precisa la Coldiretti – continuerà il sostegno dell’organizzazione degli imprenditori agricoli alla grande mobilitazione che ha già portato in meno di un anno 1856 comuni, quattordici Regioni, trentuno Province e trentacinque Comunità montane a difendere l’agricoltura italiana dai rischi di contaminazione del biotech e il diritto di scelta dei consumatori. Un successo dovuto al fatto che secondo l’ultimo rapporto Censis – riferisce la Coldiretti – a otto italiani su dieci la manipolazione e la contaminazione degli alimenti fa più paura delle epidemie, degli incidenti, della povertà, della perdita del lavoro e degli immigrati extracomunitari.

Un risultato – sottolinea la Coldiretti – che mette in evidenza la grande opposizione dei cittadini e delle Istituzioni regionali e territoriali al biotech nei piatti del Made in Italy nell’interesse generale dell’economia, dell’ambiente e dell’intera società. Attualmente, il maggior numero di comuni “liberi da Ogm” – conclude la Coldiretti – si trova in Piemonte (250) seguito dalla Campania (196) mentre il Lazio è la regione che ha la percentuale più alta di comuni antitransgenici con il 44% del totale.