Smettere di fumare in un anno: è quanto si ripromette più della metà (52%) dei manager italiani, che stanno adeguando le loro abitudini al divieto delle sigarette in ufficio, scattato il 10 gennaio scorso. Ma, almeno per ora, rinunciare all’amata sigaretta pare difficile, per cui largo alle soluzioni fai da te, come riunioni più brevi e apposite mini-pause sul lavoro


E’ quanto emerge da un’indagine condotta dalla societa’ Mcs su un campione di circa mille manager di imprese ed enti pubblici medio-grandi. Mcs, in base alle interviste, ha anche stilato una classifica degli uffici maggiormente popolati da fumatori: al primo posto gli enti pubblici, seguiti da società di servizi, banche e industrie.

Secondo l’indagine, in totale, i manager che fumano sono circa il 52% del totale e la percentuale sale al 61% se si considerano solo gli over 50. La legge antifumo, che vieta le sigarette negli uffici e nei luoghi pubblici, sembra però aver indotto a fare propositi di rinuncia. Almeno per il futuro. Il 52% ha infatti stabilito una data precisa, il gennaio 2006, entro la quale dire stop al fumo. Inoltre, il 68% dei manager fumatori ha ammesso di aver preso coscienza dei pericoli che le sigarette comportano alla salute, proprio grazie al nuovo provvedimento e il 66% riconosce di avere ora maggior rispetto per i colleghi non fumatori.

Ma rinunciare al piacere della sigaretta, si sa, non è semplice. Il 45% degli intervistati ammette che la restrizione al fumo, fra l’altro, comporta uno stress maggiore sul lavoro. Quindi, in attesa di future rinunce, gran parte dei manager ha adottato alcuni escamotages. Circa tre su quattro (73%) ammettono di concedersi frequenti pause sigaretta, uscendo dall’ufficio o sostando sui terrazzi e nelle aree all’aperto, mentre l’82% ammette di aver drasticamente ridotto la durata delle riunioni pur di poter fumare.

I manager sembrano comunque aver accettato di buon grado le restrizioni della legge e di non voler trasgredire, anche perchè le aziende, pur non avendo adottato metodi rigidi, non favoriscono in alcun modo il fumo in ufficio.

Meno del 3% delle imprese, infatti, ha creato aree in cui è ammesso fumare. Motivi principali di questa ritrosia i costi elevati (71%) e la complessità degli impianti necessari a garantire spazi ai fumatori (22%). Molto bassa (8%) è invece la percentuale delle aziende che hanno finora nominato uno specifico responsabile per vigilare sul rispetto della normativa antifumo, incaricato, fra l’altro di segnalare alle autorità i trasgressori da multare.

(Fonte: Ansa)