Ripresa difficile per le Pmi modenesi, con una diminuzione che coinvolge quasi tutte le voci di bilancio, dal fatturato agli investimenti, passando attraverso ordini e produzione. E’ quanto emerge dall’indagine congiunturale elaborata dall’Api di Modena, che presenta i dati relativi all’andamento dell’economia locale nel secondo semestre 2004 e le previsioni per i primi sei mesi del 2005.

Dalla rilevazione, effettuata su un campione di 160 aziende di tutti i settori, emerge che nel 2004 solo il 32,7 per cento delle imprese ha dichiarato un aumento di fatturato, contro il 39,6 per cento del 2003. Cresce invece la percentuale di aziende che hanno registrato la stabilità delle vendite (dal 46,7 per cento del 2003 si è arrivati nel 2004 al 54,2 per cento).

Parallelamente, è in calo la percentuale di aziende che dichiarano di investire: il 70,6 per cento delle aziende contro il 75 per cento nello stesso periodo dell’anno precedente. La loro destinazione è stata prevalentemente rivolta a macchinari e attrezzature sul fronte dei beni (52,2 per cento) e a ricerca e sviluppo su quello dei beni immateriali (31,8 per cento).Negativi anche i dati relativi agli ordini: erano in crescita nel 39,6 per cento dei casi nel 2003, si è arrivati al 29,8 per cento nel 2004 e si prevede di raggiungere quota 24,07 per cento nel 2005. Situazione poco rosea che trova conferma anche nella crescita delle aziende che registrano una sostanziale stabilità del numero di ordini: dal 50,8 per cento attuale si dovrebbe passare, nel prossimo semestre, al 56,4 per cento. Dato indicativo anche quello della produzione: se nel secondo semestre del 2003 era aumentata per il 40,3 per cento delle imprese, dopo un anno si è scesi fino al 27,7 per cento. La maggior parte delle aziende (57,1 per cento) nota stabilità anche in questo ambito.L’occupazione è sostanzialmente stabile per il 15% circa delle aziende e stabile nel 79,5%, ma positivo è che cali dal 5,5 al 3,7% il numero di quelle nelle quali subisce una contrazione. Infine, l’accesso al credito, al quale è ricorso l’88,7% del campione.

“I risultati dell’indagine – commenta il Presidente dell’Api di Modena Giorgio Carretti – confermano il quadro di sostanziale stagnazione che caratterizza l’economia nazionale e sono in linea con gli ultimi dati Istat sulla crescita del Pil. L’Italia perde competitività rispetto agli altri paesi dell’Unione europea. Per questo è necessario al più presto un intervento forte di politica economica che dia una sferzata al sistema produttivo.
In questa situazione di crisi si moltiplicano i casi di insolvenza e sono pochi gli strumenti che le imprese creditrici hanno a disposizione per sostenere le loro ragioni. Credo che una riforma della giustizia dovrebbe affrontare seriamente anche questo problema. Come elemento positivo – conclude Carretti – registro il fatto che molte aziende cominciano a investire sui beni immateriali e sulla proprietà intellettuale”.