La legge antifumo in Italia va bene. Poche le infrazioni e tra i più trasgressivi figurano i night club. Dall’entrata in vigore della legge Sirchia sulla “tutela della salute dei non fumatori”, dal 10 gennaio scorso a fine febbraio i Nas (i carabinieri della sanità) hanno ispezionato 3120 locali pubblici, riscontrando 171 infrazioni di cui 120 di carattere amministrativo (posizione dei cartelli) e 51 sono state le vere infrazioni alla legge contro il fumo.
Lo ha sottolineato il ministro della salute Girolamo Sirchia alla presenza del ministro della salute belga Rudy Demotte. “Ci sono stati ricorsi e azioni per far slittare la legge ma ora è in pieno vigore”, ha detto il ministro sottolineando che la legge non ha diminuito il lavoro dei ristoratori. “Anzi è cresciuto”.
“La legge non vieta di fumare a chi lo desideri ma protegge semplicemente la salute di chi non vuole fumare passivamente, è una questione di libertà. La libertà individuale però in questo caso si traduce in malattia e quindi costi per il servizio sanitario, per l’intera collettività”.
L’Europa sembra ora cominciare ad apprezzare la legge italiana e si stanno facendo passi avanti per una legge comunitaria. “In Belgio – ha detto il ministro della Demotte – sono 22 mila le morti per causa del tabagismo su 10 milioni di persone e duemila muoiono per fumo passivo (contro le 88 mila morti italiane e oltre 8 mila quelle per fumo passivo). Manca ancora – ha concluso Demotte – una vera strategia europa sulla salute pubblica mentre esiste già per il settore veterinario. Per questo ho invitato il ministro Sirchia a Bruxelles per spiegare agli altri paesi la legge italiana sul divieto di fumo”.

