Oltre un milione di emiliano-romagnoli, per l’esattezza 1.034.786, dai 50 ai 69 anni riceveranno da lunedì una lettera che li inviterà a partecipare a un programma di prevenzione del tumore al colon-retto.


Lo screening, su più di un quarto della popolazione regionale, prevede un test, semplice e gratuito, per la ricerca del sangue occulto nelle feci. Test che l’interessato, dopo avere ritirato il kit nel luogo indicato dalla lettera, potrà eseguire a casa.

Dopo aver infatti prelevato il campione di feci (senza aver seguito preventivamente alcuna dieta) la provetta andrà consegnata al centro di raccolta indicato sull’invito. Se il test sarà positivo, cioè se individuerà lesioni pre-tumorali (come polipi) o forme tumorali, entro 15 giorni ne sarà data comunicazione al paziente. Secondo quanto stimato dall’assessorato alla Sanità della Regione, che ha avviato il programma, solo il 5% di chi farà il test avrà esito positivo.

Queste persone, attraverso un canale preferenziale, saranno sottoposte a immediati ulteriori accertamenti (anche questi gratuiti) come la colonscopia. Sempre secondo stime dell’assessorato, di questi uno su tre rivelerà poi effettivamente forme tumorali o polipi. In due anni lo screening porterà a individuare circa 10-15.000 tumori nella fase iniziale e costerà annualmente circa 6 milioni e mezzo di euro (finanziati dalla Regione). Poi la campagna di screening sarà ripetuta.

Il programma prevede anche, sempre gratuitamente, la proposta di una colonscopia o di un test per la ricerca del sangue occulto nelle feci anche per i familiari di primo grado di persone cui sia stato diagnosticato un tumore maligno intestinale; e la proposta di una colonscopia a donne e uomini dai 70 ai 74 anni che non la abbiano mai fatta.

Si tratta del primo programma di screening di questo tipo che viene fatto in Italia a livello regionale. In precedenza, a partire dal 1997, l’Emilia-Romagna ha compiuto campagne di prevenzione contro il tumore a mammella e collo dell’utero. Due campagne cui hanno risposto rispettivamente il 71% e il 60-5% delle contattate.