Tutte le domeniche di primavera, alle porte di Modena, si può fare un tuffo nella preistoria. A un anno dalla sua inaugurazione, riapre infatti oggi il Parco archeologico e museo all’aperto delle Terramare di Montale, che sorge proprio nel sito in cui è stato scoperto un abitato di 3500 anni fa. Gli scavi, iniziati nella seconda metà dell’Ottocento e ripresi nel 1994, hanno portato alla luce i resti di un villaggio risalente all’età del bronzo.

Erano dette ‘terramare’ le collinette che costellavano vari punti della pianura padana: secondo gli archeologi, questi terrapieni avevano avuto origine proprio dalla presenza di villaggi preistorici. A fianco degli scavi è stato ricostruito fedelmente, a grandezza naturale, parte del villaggio dei terramaricoli, con il fossato, il terrapieno, e due grandi case su palafitte, arredate con vasellame, utensili, armi e vestiti che riproducono gli originali, custoditi nel museo.
Lo scorso anno, più di 13.500 visitatori hanno frequentato il parco, che quest’anno aprirà al pubblico tutte le domeniche e i festivi, fino al 30 giugno, e poi (dopo una pausa in luglio e agosto) ancora dal 4 settembre al 30 ottobre.

In ogni giornata di apertura, saranno organizzate attività di archeologia sperimentale: si potrà assistere alla fusione del bronzo, alla tessitura su telai a pesi, alla cottura della ceramica.
Oggi, Wolfgang Loebisser del Naturhistorisches Museum di Vienna, sperimenterà le tecniche di lavorazione del corno di cervo, da cui si ricavavano armi, attrezzi e ornamenti.
Varie iniziative saranno poi dedicate all’archeologia dei sapori, quindi ai cibi dell’epoca antica: il 22 maggio, per esempio, si parlerà del corniolo, un frutto oggi poco conosciuto, che le popolazioni delle Terramare utilizzavano anche per ricavare una bevanda alcolica fermentata. In particolare ai bimbi sono dedicate le visite animate con Aran, il vecchio saggio che racconta storie di 3500 anni fa.

Info: 059/200101 o 059/532020, Parcomontale.