Il Po e’ sotto osservazione. Un osservato speciale, dato il rischio siccita’ che incombe sulla pianura padana e di conseguenza su tutta l’agricoltura di regioni come l’Emilia Romagna, il Piemonte, il Veneto, la Lombardia, regioni in cui si concentra piu’ del 60% della produzione agricola nazionale soprattutto per quanto riguarda alcune colture.


I livelli del fiume sono piu’ bassi della media del periodo, e stanno per avvicinarsi a quelli del minimo storico rilevato nel mese di luglio del 2003, l’anno della grande sete.

Tanto per citare alcuni dati, si pensi che a Pontelagoscuro si e’ gia’ arrivati a un livello minimo di -6.89 (registrato alle 6 di sabato scorso), a fronte del minimo storico del 19 luglio 2003 che fu di -7.12. A Boretto, sempre sabato mattina alle 6, il livello era sceso a -4,03 (rispetto allo zero idrometrico che e’ di 19.95), a ridosso del record minimo storico di -4,47 registrato il 23 luglio di due anni fa.


E la mancanza di pioggia non lascia sperare niente di buono per i prossimi giorni. Il caldo torrido di questi giorni ha aggravato la situazione. Anche i numerosi affluenti del Po soffrono la sete e le colture sono a rischio lungo tutto il percorso del fiume, sia sulla riva destra destra che sulla sinistra.
Le autorita’ preposte stanno valutando in questi giorni la situazione con continue riunioni per decidere se e’ possibile o meno, e con quali conseguenze, aprire i grandi invasi alpini per immettere nei laghi e nei fiumi acqua sufficiente a garantire la sopravvivenza delle colture in tutta l’area padana.