Istituire il garante per i diritti delle persone private della libertà personale. La richiesta è contenuta in un ordine del giorno approvato nei giorni scorsi dal Consiglio provinciale su proposta della maggioranza di centro sinistra e il voto contrario di Lega Nord, An e Forza Italia.

Il documento invita la giunta provinciale ad “attivarsi” per istituire questa figura di garanzia, possibilmente in collaborazione con i Comuni di Modena e Castelfranco Emilia.

Per persone private della liberta personale si intendono coloro che sono detenuti negli istituti di pena (a Modena sono mediamente 500), oltre alle persone presenti nel Centro di permanenza temporanea e ai quei cittadini presenti nelle strutture sanitarie perché sottoposti a Tso, il trattamento sanitario obbligatorio.

La figura del Garante, si legge nell’ordine del giorno, sarebbe chiamata a svolgere un ruolo propulsivo, di stimolo e di tutela dei diritti costituzionali (in particolare l’articolo, terzo comma: “Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”) e delle leggi sulla detenzione, con un occhio di riguardo ai malati di Aids, alle detenute madri, dei tossicodipendenti, dei cittadini extracomunitari. Nel documento approvato dal Consiglio si evidenzia anche che quella del Garante non è una scelta contro l’istituzione carceraria, ma si tratta della individuazione di un interlocutore forte e stabile per rafforzare la collaborazione tra istituti di pena e enti locali, fra carcere e territorio, per una maggiore attenzione verso le persone private di libertà personale.