Sapevamo, già prima del 27 giugno, che lo sgombero rappresentava solo un passaggio, che la complessità doveva essere gestita direttamente da quel momento in poi”.
Così il Sindaco Pattuzzi e Susanna Bonettini in un incontro con la stampa in Municipio a poco meno di un mese dallo sgombero, svoltosi il 27 giugno.


Per questo – hanno spiegato – da diversi mesi i nostri servizi stanno lavorando alla risoluzione dei problemi legati ai diversi aspetti: le condizioni delle famiglie, per le quali il Comune ha avviato un progetto di sostegno, le richiesti dei residenti proprietari, i rapporti con le banche, con le quali alcuni di essi avevano stipulato un mutuo al momento dell’acquisto.

Eravamo consapevoli di questa complessità, le difficoltà che abbiamo incontrato non ci hanno quindi trovati impreparati: u nostri servizi, i nostro operatori e dirigenti hanno fornito tutta la loro esperienza ed assicurato il loro impegno per la risoluzione ed il superamento dei problemi
”.



Ad oggi, 17 nuclei famigliari si sono già trasferiti nei nuovi alloggi mentre per 2 di loro il trasferimento è previsto nelle prossime settimane. Per ognuno di loro comunque era pronto un alloggio già il giorno dello sgombero: se il trasferimento non è avvenuto il giorno stesso è perché loro non hanno accettato di farlo.

E’ bene precisare un aspetto: i nuclei famigliari, e non i single, rientrano nel progetto presentato dal Comune e finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena. Per loro, quindi, considerati a ragione i primi destinatari di interventi di sostegno sociale, è stato possibile prevedere la sistemazione in alloggi e l’accompagnamento ed il sostegno economico sui cinque anni.

Ai single, comunque, già dal 27 giugno era stata offerta una sistemazione, o in appartamento con più posti letto o in albergo: chi dorme in macchina ha deciso di farlo, rifiutando la sistemazione offerta dal Comune.



Passiamo al tema della proprietà: i residenti del condominio erano e continuano ad essere proprietari del proprio appartamento. Tra loro, cinque hanno deciso di venderlo al Comune, assumendo un decisione in assoluta autonomia e libertà.

Alcuni dei proprietari, invece,, rappresentati dall’avvocato bolognese Marcuz, hanno espresso la volontà di procedere alla ristrutturazione dell’immobile per tornare ad abitarvi: essendo un condominio, la decisione deve essere presa dalla maggioranza assoluta dei condomini e dei millesimi attraverso un’assemblea regolare. Il legale si è impegnato a convocare in tempi brevi l’assemblea condominiale per la nomina di un nuovo amministratore (quello attuale, nominato dal tribunale nel 2001, è dimissionario da tempo) e l’eventuale approvazione del progetto di recupero dell’intero fabbricato,



Noi ci limitiamo a dire – dichiarano Pattuzzi e la Bonettini a nome della Giunta – che, non essendo il condominio di proprietà pubblica, il Comune non è nella condizione ne’ di ostacolare ne’ di favorire direttamente la realizzazione di questa ipotesi: ne prendiamo atto, consapevoli del fatto che se siamo giunti allo sgombero, dopo diverse ordinanze di ripristino cadute nel vuoto, è perché il condominio non è stata in grado negli scorsi anni di giungere ad alcuni tipo di accordo e di procedere quindi ad alcun intervento di ripristino e recupero dello stabile”.



I proprietari con mutuo sono stati incontrati dai tecnici del Comune nel corso di due riunioni, alle quali sono stati invitati sia i proprietari che i legali.



Alla prima riunione è stata formulata una proposta di acquisto da parte del Comune, proposta che tiene conto del valore della percentuale delle proprietà riscattata alla quale vanno sottratti i debiti condominiali contratti dalle singole proprietà. La proposta di acquisto formulata ai proprietari senza mutuo si basa sugli stessi principi.



Continuano comunque i contatti con singoli proprietari intenzionati a cedere la proprietà al Comune, ad oggi circa 8.



Passando al tema dei mutui, dieci giorni fa sono state incontrate 5 delle 10 con le quali sono stati stipulato i contratti, rappresentative però della maggior parte di essi (29 su un totale di 35). Ad esse è stata illustrata la proposta dell’Amministrazione per quei proprietari con mutuo che decideranno di vendere l’appartamento al Comune. L’impegno dell’amministrazione è di sollevare i proprietari che cedono la proprietà dai mutui ipotecari in essere, attraverso un concordato extragiudiziale con le banche creditrici.
Relativamente alle notizie di stampa su presunti blocchi dei conti correnti, da informazioni assunte dal Comune si tratta di operazione di norma non legittima, a meno che non consentita da particolari condizioni appositamente convenute e sottoscritte dal proprietario stesso.

L’unica situazione di criticità risulta, peraltro, essersi sbloccata il 15 luglio, a seguito dell’incontro tra le Banche e il Comune.