“E’ strettamente legata all’evoluzione della nostra società la diffusione delle coppie di fatto. Essa, inoltre, è il prodotto della crescente insicurezza nelle prospettive di vita delle nuove generazioni”.
Prende le mosse da questa riflessione l’On. Paola Manzini, Questore alla Camera dei Deputati, che interviene oggi su uno dei temi caldi dell’attuale confronto politico: quello relativo ai PACS, al riconoscimento dei diritti per le coppie di fatto.


All’indomani delle dichiarazioni del Cardinale Camillo Ruini, l’On. Manzini fonda su dati di conoscenza oggettivi la propria posizione contraria ad ogni astrattezza e strumentalizzazione politica e favorevole alla regolamentazione normativa delle coppie di fatto.



“Secondo le stime dell’ISTAT, certamente inferiori alla realtà del fenomeno dato che i conviventi di fatto sono spesso registrati come singoli o come genitori soli – spiega l’On. Paola Manzini – le coppie di fatto sono passate in 10 anni dalle 227 mila del 1993 alle 555 mila del 2003: si tratta del 4% delle coppie italiane, che diventano il 5 o il 6% nel Nord del Paese. A Reggio Emilia, realtà assai simile alla nostra Provincia, i figli nati fuori dal matrimonio, ma riconosciuti da entrambi i genitori come tipicamente avviene nelle coppie di fatto, rappresentano oltre il 10% del totale delle nascite.


Il fenomeno insomma per quanto minoritario non è certo marginale e sarebbe sbagliato non riconoscere che alla sua diffusione hanno contribuito negli anni più recenti anche la precarizzazione del lavoro, l’aumento speculativo del prezzo delle abitazioni o la estenuante lentezza dei procedimenti di separazione e divorzio”.



“Basta guardare ai problemi concreti della nostra società per comprendere che le coppie di fatto non vanno considerate né l’emblema del relativismo etico, al quale contrapporre le verità rivelate della religione, né quello della libertà, perché la libertà non può mai essere totale assenza di limiti. Le coppie di fatto – continua l’On. Manzini – sono, al contrario, una area di rapporti tra persone da guardare con rispetto e con raziocinio, come prodotto dei mutamenti strutturali che hanno cambiato profondamente il modello della famiglia e dei ruoli familiari, ma anche degli intollerabili ritardi nella riforma del diritto di famiglia e della carenza di efficaci politiche per i giovani e per le famiglie”.



“Lasciamo all’attuale maggioranza di centrodestra – conclude l’On. Manzini – la responsabilità di non avere voluto colmare un vuoto normativo già segnalato 5 anni fa dal Parlamento Europeo, che aveva invitato ad adeguare le legislazioni nazionali “al fine di riconoscere legalmente la convivenza al di fuori del matrimonio.


Per parte nostra, teniamo bassi i toni della polemica ed evitiamo ogni rigidità e ogni smania di protagonismo. Al centrosinistra spetta infatti un altro compito: quello di lavorare con concretezza e con serenità per dare, con una nuova legge, un futuro migliore ai giovani e alle persone che convivono fuori dal matrimonio e che fino ad oggi hanno visto nella politica del Governo Berlusconi un ostacolo anziché un aiuto per la loro serenità ed i loro progetti di vita”.