Conto alla rovescia per la carta d’identita’ elettronica, il documento destinato a creare una vera e propria rivoluzione pacifica nella vita dei cittadini, che sara’ distribuito in tutta Italia a partire dal primo gennaio 2006.

E’ infatti di pochi giorni fa l’ultimo adempimento necessario, un decreto ministeriale, per concretizzare quanto previsto dalla legge 43 del 31 marzo 2005: in base a questa norma dall’inizio del prossimo anno alcuni documenti -non solo la carta d’identita’ ma anche il passaporto e il permesso di soggiorno per gli stranieri- sono rilasciabili solo su supporto elettronico, sia se si tratti della prima emissione che per il rinnovo. Un cambiamento profondo che per di piu’ avverra’ senza alcuna spesa significativa da parte dello Stato visto che la riforma si ‘autofinanzia’ con il costo che i cittadini dovranno sostenere per il documento.



Il decreto ministeriale che compare sulla Gazzetta Ufficiale del 19 settembre 2005 reca un titolo un po’ complicato ma attua un comma dell’articolo 45 della legge di facile comprensione: ”Regole tecniche e di sicurezza per la redazione dei piani di sicurezza comunali per la gestione delle postazioni di emissione CIE”, la Carta di Identita’ Elettronica. In altre parole parte ora la fase della messa a punto di un piano per la sicurezza delle reti da parte dei comuni. “


Senza un dispositivo di tutela certo, infatti, il documento che, come riassumono al Cnipa, l’Authority per l’informatica, serve ”per tutti gli usi che comportano la certezza della propria identita’ al di qua di un computer”, sarebbe facile preda di truffe telematiche. Per questo prosegue febbrile il lavoro al ministero dell’Interno, alle prefetture e ai comuni: perche’ se nei centri piu’ grandi, nonche’ nei 56 comuni dove e’ stata avviata la sperimentazione della CIE mettendone in circolazione finora due milioni di esemplari, la questione della sicurezza e’ gia’ acquisita, in altri piccoli si tratta di un problema mai affrontato.



Invece e’ necessario che tutto il sistema nel suo insieme risponda della sicurezza dei dispositivi, e che lo faccia su tutto il territorio nazionale: i parametri definiti dalle linee guida del piano della sicurezza sono molteplici e vanno dalle chiavi del sistema informatico, alla sicurezza ‘fisica’ delle apparecchiature, alla necessita’ che eventuali interruzioni non superino un lasso di tempo di tre ore e cosi’ via.


Ma al di la’ dell’informatizzazione del sistema con i suoi indubbi vantaggi, la valenza della CIE risiede anche nella capacita’ di erogare servizi. Costituita da un supporto in policarbonato sul quale sono inseriti una banda ottica ed un microprocessore, la carta e’ destinata infatti a svolgere sia la funzione di documento di identita’ che per molti aspetti quella di carta servizi: quali e quanti saranno dipende dalle amministrazioni locali.


Le possibilita’ sono numerose: dai certificati dei dati anagrafici, alla possibilita’ di contenere la firma digitale per inoltrare istanze alla pubblica amministrazione o firmare atti notori, a quella di fungere da supporto sanitario, via via ad altri usi ipotizzabili come ad esempio il biglietto nominativo allo stadio.

Dipendera’ da quali e quanti servizi i comuni vorranno e saranno in grado mettere in rete.



La funzione di identificazione e’ svolta dalla carta stessa che reca, in chiaro, le generalita’ del titolare, dalla banda ottica e, infine, dal microprocessore. Il microchip e’ dedicato alla parte servizi. E sono, appunto, i comuni che possono predisporre servizi ed installarli sul chip.


Alcuni servizi richiedono la memorizzazione di dati sulla carta, altri no: i primi possono essere comunali o nazionali; quelli comunali possono essere predisposti in piena autonomia dai comuni, mentre per quelli nazionali e’ necessaria un’autorizzazione da parte del Dipartimento della funzione pubblica.



In attesa dell’arrivo della CIE, la sua funzione e’ stata svolta dalla CNS, la Carta Nazionale dei Servizi che, su iniziativa del ministro dell’Innovazione Lucio Stanca, le Pubbliche amministrazioni hanno avuto la possibilita’ di emettere per erogare servizi in rete.



A detenere il primato nell’utilizzo della CNS e’ la Regione Lombardia che ha emesso 9 milioni e 300 mila tesserene, distribuendole praticamente alla quasi totalita’ dei cittadini, ma anche in Veneto l’esperienza ha avuto successo: le CNS sono state utilizzate in modo intenso, a partire dai servizi sanitari. Su questo fronte i cittadini lombardi hanno potuto avvalersi della Carta dei servizi anche per pagare i ticket sanitari, tramite gli ‘sportelli’ di Banca Intesa che si e’ aggiudicata la gara.