Torna il tema della memoria come filo
conduttore dell’edizione d’autunno di Rec, il festival di Reggio Emilia dedicato ai linguaggi contemporanei delle arti, e curato da Daniele Abbado.

Tra gli eventi, che fino al 6 novembre si svolgeranno in vari teatri e spazi della città, da segnalare le installazioni e performance di due
artisti che hanno fatto della rielaborazione della memoria un asse portante del proprio lavoro: Christian Boltanski e Meira Asher.

Boltanski, con l’opera itinerante ‘Tant que nous sommes vivants’, darà vita a un’azione (con elementi musicali, visivi, spaziali) che invaderà il
7 e 8 ottobre tutto il Teatro Valli (ridotto, palchi, scalinate, atrio e piazzale antistante). Il pubblico avrà libera circolazione, potrà cioè scegliere le modalità di ascolto e visione.
Nella ex chiesa di San Carlo l’artista francese proporrà (dal 7 al 30 ottobre) uno dei suoi sacrari della memoria. Ha infatti allestito lo spazio con 200 ritratti familiari
anonimi degli anni Trenta e Quaranta scelti dalla fototeca della biblioteca Panizzi di Reggio Emilia.
I due eventi costituiscono una prima assoluta.

L’installazione interdisciplinare della Asher ‘Face_Wslot’ (Woman see lot of thing) presenterà, in esclusiva italiana, le testimonianze raccolte da donne sopravvissute agli stupri e alla ‘messa in schiavitù’ nelle guerre civili in Sierra Leone e in Liberia (29 ottobre-20 novembre ai
laboratori ex Locatelli). A questo lavoro è ispirato anche il concerto che l’artista israeliana e Guy Harries terranno il 31 ottobre.

Il cartellone del Rec comprende anche rock sperimentale ed elettronico, ritratti di compositori, e alcune realtà della nuova danza (Mk, Sdai, Shen
Wei). Il 15 ottobre su svolgerà l’incontro su ‘Architettura & Teatro’.

Info: 800 554222, Rec Festival.