“L’avvocato Marcuz non ha mai chiesto nulla al Comune. Più volte l’avvocatura comunale ha cercato di mettersi in contatto con lui, offrendo collaborazione, ma l’avvocato non ha mai risposto.
Tutta la documentazione, compresa la perizia che sostiene di non avere mai ricevuto, è stata comunque fornita nel mese di giugno all’avvocato Daniela Rabacchi, che ha sottoscritto il ricorso al Tar congiuntamente all’avvocato Marcuz.
Tutto questo è dimostrabile e l’avvocato Marcuz deve farsi carico della gravità delle affermazioni affidate agli organi di stampa”.


“Il riferimento offensivo ai mediatori, riportato dalla Gazzetta di Modena – continua l’Amministrazione Comunale sassolese – merita una risposta decisa, che va ben oltre la difesa d’ufficio: il personale utilizzato dal Comune sia nella fase precedente allo sgombero sia in quella successiva vanta una lunga esperienza nel campo della mediazione. Grazie a loro, grazie al quotidiano dialogo con i residenti di Via San Pietro, è stato possibile per le famiglie trovare una soluzione abitativa il giorno stesso dello sgombero. Grazie a loro, al loro quotidiano impegno sul campo, questo dialogo continua anche oggi”.

“Infine – conclude l’Amministrazione Comunale – invitiamo il consigliere regionale Masella a visitare lo stabile di Via San Pietro e gli appartamenti nei quali sono state collocate le famiglie: il sospetto infatti è che parli di cose che non conosce. Il chè rende ancora più gravi le sue responsabilità”.