Una qualità molto eterogenea per una quantità che segna una flessione dell’11% rispetto alla precedente campagna. La vendemmia 2005 – secondo i dati ufficiali Assoenologi – si chiuderà così con una produzione intorno ai 47,5 milioni di ettolitri di vini e mosti con un decremento rispetto ai 53,3 milioni di ettolitri del 2004 e ai 49,7 milioni di ettolitri della media dell’ultimo quinquennio.

Un’annata, scarsa dal punto di vista quantitativo, ma lontana dai risultati del 2002 (44,6 milioni di ettolitri) e del 2003 (44,1 milioni di ettolitri) che registrano le più basse produzioni degli ultimi decenni.

‘Un’annata capricciosa – spiega Giuseppe Martelli, direttore generale dell’Associazione Enologi Enotecnici Italiani – che sarà ricordata come una delle più e bizzarre al Centro-Nord dove, in più occasioni, le stagioni si sono quasi invertite tanto che nel Nord-Est il Ferragosto 2005 è stato definito il più freddo degli ultimi 10 anni. Una situazione meno evidente – aggiunge – al Sud e nelle Isole, dove maggiore piovosità e basse temperature hanno garantito un decorso più regolare del ciclo vegetativo della vite. Diminuzione dei livelli qualitativi, passati dall’eccellente, all’ottimo ed oggi, sul buono, con diverse punte più qualificate solo al Sud ed in poche regioni del Centro Nord’.